The Great Zimbabwe di Jeroen Doumen e Joris Wiersinga (Splotter Spellen, 2012): dopo il controverso Duck Dealer (2008) e la temporanea divagazione nei giochi di contrattazione e manipolazione azionaria (Greed, Inc., 2009), la Splotter Spellen, editore olandese di giochi da “hard gamer”, torna nel 2012 in grande stile con questo titolo, uno dei migliori di una ricchissima annata che annovera giochi del calibro di Terra Mystica, Tzolk’in: il Calendario Maya e Keyflower.
The Great Zimbabwe è sostanzialmente un gioco di corse (vince chi arriva per primo ad una determinata quantità di punti vittoria). L’aspetto più affascinante è l’elevata configurabilità delle abilità a disposizione di ciascun giocatore (specialisti e divinità forniscono molteplici abilità speciali), che però si pagano in un progressivo innalzamento dell’asticella da raggiungere per ottenere la vittoria. Se a questo si aggiunge una elaborata struttura di logistica (con l’utilizzo di livelli di produzione intermedia e “stazioni di posta” per il trasporto dei beni lavorati), si ottiene un gioco estremamente fluido e non facilmente decifrabile, che regala interessantissime sfide e momenti di “illuminazione”. A completare il tutto, il particolare sistema di aste che determina l’importantissimo (specie negli ultimi turni) ordine di gioco funge anche da riequalizzatore della ricchezza. Insomma, un vero e proprio must per gli amanti del genere.
Potete leggere una recensione di The Great Zimbabwe sul numero 20 di ILSA.
Masterpiece
Oltretutto uno dei pochi pubblicati veramente playetstati e bilanciati a fondo. Anzi, l’ unico insieme al più scanzonato keyflower.