“Chi sa giocare gioca. Chi non sa giocare si apre un blog”
– Andrea Dado
Simpatica atmosfera, quella del District Games Day, un po’ goliardica, tipo una riunione di vecchi amici che non si vedevano da tempo, e un po’ seriosa, con annunci “bomba” più o meno inattesi. E a troneggiare su tutto, come il simbolico monolito nero di “2001: Odissea nello spazio”, la promessa di un salame da un chilogrammo, da assegnare al blogger più bravo (il che è già un ossimoro, vedi sopra).
Geniale l’idea adottata da Pietro Puglisi per prendere le distanze dai molteplici “Editore XXX Day” (vera e propria manna del 2015 per gli amanti del gioco da tavolo): fare un invito “ristretto” agli addetti del settore (209 inviti, secondo Facebook; prevalentemente Editori, Autori ed Esercenti) che, inevitabilmente, ha finito per solleticare l’ego di noi mendicanti della notizia di seconda mano, a cui spesso basta l’elemosina di un “press pass” per lo SPIEL per sentirsi degli addetti stampa, se non addirittura i principali esponenti dell’informazione ludica italiana. Ecco com’è che Luca “Maledice79” Lanara e Daniel “Renberche” di Gioconauta, Matteo “Recensioni Minute TeOoh” Boca e gentile compagna, Christian “Chrys” Giove di Giochi sul Nostro Tavolo, Andrea Dado “Critico” e il sottoscritto si sono ritrovati, fra gli altri, a scoprire quali sono i progetti, presenti e futuri, della casa torinese.
Il Luogo
La giornata è stata ospitata dal Wonderland di Bologna, negozio di giochi da tavolo e di carte (collezionabili e non) con ampio spazio dedicato al gioco (libero e organizzato). Entrare è stato un po’ come tornare indietro nel tempo (grazie anche alla presenza di Fudo, uno dei gestori), agli anni in cui Magic: The Gathering era un gioco disponibile solo in inglese, e aprendo le bustine si poteva trovarvi una “Library of Alexandria”!
La notizia
Dopo una abbondante colazione e le presentazioni di rito, è stata data la prima notizia bomba (riportata oramai da ogni blog sul globo terracqueo): Andrea Chiarvesio è diventato uno dei soci della District Games. Pur non essendo un amante del calcio, ho trovata particolarmente calzante la metafora del giocatore navigato che viene assoldato nella squadra neopromossa e la consegna della maglia District Games al nostro bravo autore ha contribuito a ricreare la giusta atmosfera.
I giochi
La giornata è proseguita con la presentazione di giochi più o meno nuovi, a cui i presenti, dopo essere stati divisi in due squadre, sono stati invitati a giocare per la gloria del team (e per il già citato salame). Il primo gioco presentato è stato…
NO!
Rapido e scanzonato gioco di carte costruito sulla falsariga di quella sterminata famiglia di giochi che richiede di essere i primi a giocare l’ultima carta (e che include, fra gli altri, UNO, Solo e il classicissimo Dernière). In NO! i giocatori non hanno soltanto una mano, ma anche un mazzo di carte coperte davanti a loro: scopo del gioco è proprio esaurire quel mazzo. Nel suo turno il giocatore attivo prende la prima carta del mazzo e la colloca negli scarti, eseguendo le istruzioni su di essa riportate, che indicano chi sarà il prossimo giocatore e (eventualmente) impongono il movimento di alcune delle carte del mazzo (che possono venire pescate o trasferite da una pila ad un’altra). Sì, avete capito bene, il gioco si giocherebbe da solo, se non fosse per le carte che i giocatori hanno in mano. In qualsiasi momento un qualunque giocatore che abbia almeno una carta in mano può interrompere il pilota automatico con un sonoro NO!, e sostituire la carta appena rivelata con una di quelle che ha in mano, prendendo le eventuali decisioni al posto del giocatore attivo. I NO! si possono sovrapporre, rendendo concitata l’azione in alcuni momenti. Insomma, un semplice partygame per 3-8 giocatori, dai 7 anni in su, e dalla durata estremamente contenuta.
Ne avevamo già parlato in occasione della campagna di finanziamento del gioco su Kickstarter; fa piacere vedere la caparbietà e la fiducia dell’editore nel gioco: nonostante lo scarso riscontro trovato sulla piattaforma di crowdfunding, il titolo è stato rielaborato nella grafica e nel packaging, riuscendo ad arrivare ad un prezzo sotto la soglia psicologica dei 10 euro.
All Star Heroes
Subito dopo NO!, e ancora prima di pranzo, è stato il turno di All Star Heroes, prototipo ancora in fase di sviluppo, proprio di Andrea Chiarvesio, che verrà illustrato da Luigi Cecchi (meglio conosciuto come Bigio), ricreando di fatto la coppia autore/illustratore di Drizzit: il gioco di carte. Grafica e ambientazione (legata al mondo delle serie televisive, una delle passioni di Andrea) faranno ovviamente la parte del leone in questo gioco che, al momento, si configura come un’amalgama di meccaniche di gestione della mano, gestione del rischio e un qualche sistema di deckbuilding/draft ad inizio partita. Troppo presto per esprimere una qualunque forma di giudizio, ma si tratta chiaramente di un gioco semplice e immediato, adatto come riempitivo intelligente.
Warage
Dopo la pausa pranzo, la sfida tra blogger è ripresa con Warage, gioco più vecchio della stessa District Games, di cui abbiamo parlato su ILSA #14. Pur essendo stato un avido consumatore di giochi di carte collezionabili (e tuttora giocatore di un Living Card Game) devo confessare che non sono particolarmente affascinato dai giochi “di carte con mostri” e quindi non avevo mai provato nessuna delle molteplici incarnazioni del titolo.
A grandi linee, si tratta di un gioco di carte “living”, dove i giocatori ricostruiscono lo scontro fra due eroi fantasy (identificati da una razza e da una classe) utilizzando equipaggiamenti, famigli, magie ed eventi che compongono il mazzo pesonale. Noi abbiamo giocato con i Duel Deck, confezioni che contengono due mazzi precostruiti ed equilibrati, con cui è possibile entrare nel mondo del gioco saltando a piè pari la fase (non sempre semplicissima) di deckbuilding, il tutto per meno di 15 euro.
Le prime partite hanno evidenziato un gioco tutto sommato piacevole, non complicatissimo ma comunque dotato di sottigliezze, che utilizza l’idea di utilizzare una sola quantità per misurare sia la “resistenza” che la “capacità di agire” del giocatore (meccanica introdotta dallo stesso R. Garfield in Jyhad/Vampire: The Eternal Struggle per ovviare ai classici problemi di scarsità o sovrabbondanza di mana tipici di Magic: The Gahering). Forse un po’ troppo complicata la gestione delle informazioni rispetto alla complessità del gioco.
Altre Notizie
La fase di gioco è stata alternata a fasi di informazione sui altri prodotti e progetti della casa:
– Richard I verrà distribuito sia in Germania dalla Ulisses Spiele (col nome di Orkenstrum e l’ambientazione fantasy di World of the Black Eye) che negli Stati Uniti, dove però subirà un ulteriore sviluppo, con l’introduzione mappa e miniature.
– Il mondo di Warage si espanderà ulteriormente, con l’uscita di un manule per il gioco di ruolo Savage Worlds, una serie di romanzi scritti a più mani e, soprattutto, un videogioco, dal none Warage Legends. Nelle intenzioni degli autori questo permetterà di giocare il gioco di carte contro un’intelligenza artificiale o con avversari online, ma supporterà anche un sistema di esplorazione e campagna: insomma, una sorta di MMORPG (Massive(ly) Multiplayer Online Role-Playing Game). Sono state pronunciate molte altre sigle durante la presentazione, ma devo confessare che mi sono perso…
– Pietro Puglisi ha infine presentato la piattaforma CloseYa, aggregatore di giocatori, negozi ed editori sotto forma di bacheche multiple divise per provincia di residenza e tipologie di giochi giocate. Vi si affianca da pochi giorni anche GamersDeal, ulteriore strumento (stavolta economico) che cerca di avvicinare negozi e utenti con lo scopo di fluidificare il commercio di giochi.
Dungeon Store
La giornata si è conclusa con la presentazione, da parte di Andrea Mazzolani, dell’attività di Magic Store, distributore ufficiale di District Games, che ha anticipato la prossima realizzazione in italiano di Dungeon Saga: la Missione del Re dei Nani, gioco di Jake Thornton, originariamente pubblicato dalla Mantic Games.
Aneddoti
Mettere insieme un gruppo di persone diversamente creative è un’attività pericolosa, ma che dà inevitabilmente adito a tutta una serie di situazioni ilari. A partire da TeOoh che si inceppa mentre racconta alla sua macchina da presa il flusso di gioco di ALL STAR HEROS, per un’improvvisa abbondanza di salivazione causata dall’aver udito la frase “ANDIAMO A PRANZO” (ma si è poi vendicato vincendo l’insaccato e condividendolo gentilmente con tutti i presenti) alle proposte sempre più creative di Andrea Dado: probabilmente ispirato dai giocatori della nazionale francese di rugby, ha proposto di fare un fantastico calendario con blogger nudi che si coprono le pudenda con scatole di giochi. Il ragazzo, affetto da una gravissima forma di priapismo, si è candidato per Hyperborea. A conti fatti, penso che per me la scatola di NO! sia più che sufficiente…
Concludendo…
Lo avrete capito: è stata una giornata piacevole, in cui siamo stati coccolati, trattati come “persone importanti”, il tutto in un ambiente informale che ha contribuito ad amplificare il divertimento. Un grazie a tutta la District Games per tutto, compreso quel sacchetto di carta, pieno di materiale editoriale, che è stato consegnato a ciascuno dei partecipanti. Quindi, non meravigliatevi se nelle prossime settimane molti dei blog si concentreranno sui prodotti di una certa casa editrice.