Ormai sono anni che sogno di potermi ubriacare ancora con un gioco.

Sceglierlo e giocarci, giocarci, giocarci, giocarci finché non ne sono sazio. Arrivare a capirne tutte le sfaccettature e giocarmi le partite con la sensibilità alle lievi variazioni che solo un profondo conoscitore di un gioco ha. Essere così tanto a mio agio con le meccaniche da poter passare il tempo fra un turno e l’altro ad osservare cosa gli altri stanno facendo e registrare le mie strategie in risposta a quelle. Giocare, insomma, essendo pienamente consapevole di tutte le possibilità offerte dal gioco e insieme ad avversari che lo sono a loro volta. Ma ciò (dal vivo) sembra ormai una cosa impossibile a realizzarsi e mi devo accontentare di gustare in continuazione giochi nuovi e a cercare di trarne il più possibile in una o due partite appena il gioco esce, prima che sia soppiantato da un nuovo arrivo e ripreso dopo un paio di mesi, giusto prima che la familiarità con le regole sia sparita, interrompendo così la ricerca del modo perfetto di giocarlo e accontentandomi di cercare, ancora una volta, di giocare semplicemente meglio degli avversari al mio tavolo.

Non voglio però lamentarmi della quantità di novità, ma proprio dell’impossibilità, a causa delle relazioni umane necessarie ad intavolare le partite, di giocare in modo concatenato le partite che comporrebbero la vita di un gioco da tavolo. So la sensazione che fare questa cosa dà, visto che l’ho già provata online in vari casi: stacchi una partita cosciente degli errori che hai fatto, oppure solo con dei sospetti, e ne inizi un’altra subito sperimentando le correzioni alla strategia provata o le contromosse alle reazioni altrui in un’escalation di adrenalina e soddisfazione dove il gioco comincia a diventare uno sfondo e gli avversari, con le loro abilità e i loro caratteri, affiorano sempre di più.

Il potersi ubriacare di adrenalina è una sensazione ben conosciuta dai videogiocatori. Ma anche il semplice potersi vedere una serie televisiva gustandosi tutte le puntate esattamente quando se ne ha voglia a poca distanza una dall’altra, senza perdere il filo, invece che una puntata alla settimana può rendere bene l’idea della differenza. O il leggere un libro esattamente come si fa quasi sempre: in pochi giorni sfruttando ogni attimo libero perché è proprio quello che si desidera di più fare, finché non è finito. Il razionamento trovo sia sempre deleterio (tranne per la salute e l’aspetto fisico che invece un pò ne risentono) nel gustarsi un’opera dell’ingegno umano che richiede del tempo per essere apprezzata.

Coi giochi da tavolo invece sono quasi arrivato… alla vaccinazione!
Aspetto per tempo trepidante di poter giocare a quel titolo che mi entusiasma tanto di cui magari ho già letto pure 3 volte il regolamento (in inglese) prima che arrivasse (in italiano);
ci gioco con gran soddisfazione;
rincaso la sera (o giro intorno al tavolo se sono a casa mia) con la mente che fibrilla ripensando alla partita fatta, a cosa avrei potuto fare e a cosa proverò la prossima volta;
talvolta anche per più sere, per prender sonno, se il gioco è veramente buono;
aspetto, e cerco di organizzare, l’occasione successiva…
…che salta per provare una altro gioco nuovo nuovo di qualcun’altro che non può rimanere nella scatola ancora o per accontentare chi non era proprio soddisfatto dal gioco della settimana prima e vorrebbe variare;
aspetto ancora l’occasione che mediamente si ripresenta dopo altre 2 serate gioco…
…ma la mente comincia a disertare e concentrarsi su uno dei nuovi buoni giochi provati, a sintonizzarsi, per poter aver qualcosa di nuovo da pensare per addormentarmi, su quei meccanismi e a elaborare strategie su quelli!
Poi finalmente la seconda partita al gioco tanto desiderato. Le regole me le ricordo ancora bene… ma le strategie? A cosa stavo pensando 3 settimane fa? Cos’avevo elaborato? Si riparte quasi da capo cercando di applicare le stesse cose che la volta precedente mi hanno portato alla vittoria (o così vicino alla stessa) per cercare di riprendere il filo del discorso…

…ma ormai il filo è perso. L’entusiasmo spesso bruciato dal nuovo entusiasmo per il gioco della settimana prima… che magari rigiocherò fra un mese!

Ormai sono stato vaccinato. Ho fatto anche il richiamo. E la voglia di abbuffarmi di strategie si è calmierata. Sono tornato ad essere un giocatore che analizza freddamente le possibilità. E magari la vera voglia di giocare mi assale a metà partita, quando una partenza presa alla leggera ha rovinato le mie possibilità di intavolare la partita perfetta.

Voglio tornare ad ammalarmiiiiiiiiiiiii!