“Trajan” di Stefan Feld (Ammonit Spiele, Asterion Press, Gigamic, HUCH! & Friends, 2011): scartato dall’Alea, ma fortemente voluto dall’autore, al punto di “far aprire” una casa editrice per vederlo pubblicato, Trajan rappresenta probabilmente l’archetipo dello stile “Stefan Feld” e una delle migliori realizzazioni di quella categoria di giochi identificata dal nomignolo “Point Salad Games” (giochi basati sulla “Insalata di Punti”).

Saldamente piazzato nella Top 50 di BoardGameGeek, secondo fra i titoli dell’autore (solo “The Castles of Burgundy” riceve più consensi – probabilmente perché la meccanica del gioco, incentrata sull’uso “intelligente” dei dadi, “acchiappa” di più), il gioco permette ai partecipanti di raccogliere punti vittoria sfidandosi su 6 minigiochi, quasi tutti basati su meccaniche di collezione e/o esplorazione di grafi. Alcuni dei giochi sono indipendenti (quasi isolati dagli altri), ma la maggior parte presenta alcuni aspetti di collegamento (attraverso bonus reciproci, oppure valutazioni incrociate) che li rendono più interessanti.

Nel proprio turno i giocatori eseguono una mossa in uno dei giochi, tramite una originale reinterpretazione del Mancala: ad ogni azione/gioco è associata una “vaschetta” su un cerchio e il giocatore attivo sceglie una vasca, prende tutti i segnalini in essa contenuti, e li ridistribuisce in senso orario nelle varie ciotole, uno per ciotola. L’azione corrispondente alla vasca in cui viene aggiunto l’ultimo segnalino è l’azione che verrà eseguita. A complicare ulteriormente il puzzle della “scelta e redistribuzione” ci sono delle tessere piazzate in corrispondenza di alcune vaschette (e rinnovabili durante il gioco) che forniscono dei bonus quando la corrispondente vasca viene attivata e, contemporanemante, 2 segnalini del colore opportuno (sono 12 in tutto, di 6 colori diversi) sono presenti nella ciotola.

Il meccanismo, apparentemente ingovernabile nei primi turni delle prime partite, presenta invece una stratificazione di scelte ed opportunità che rendono veramente godibile il titolo (ammesso che vi piaccia risolvere puzzles che coinvolgano ottimizzazioni successive). Una sorta di enorme Luna Park, dove il mezzo di trasporto fra un’attrazione e la successiva finisce (a ragione) per diventare la principale fonte di divertimento.

Non credete a chi dice che il gioco è un solitario multigiocatore: l’interazione c’è, e forte, in ciascuno dei mini giochi, che si basano spesso sulla temporizzazione per sottrarre risorse e opportunità agli avversari. Dopo le prime partite, una volta che saprete padroneggiare il meccanismo di avanzamento dei segnalini, proverete ad alzare le sguardo dalle vostre ciotole, buttando una timida occhiata su quelle degli avversari… e il gioco cambierà radicalmente, e in meglio.

Se non lo avete mai fatto, provatelo. Vi assicuro che ne vale la pena.