Quando una quarantina di persone si ritrovano per un gigantesco pranzo di auguri pre-natalizio con tanto di branco di bambini a seguito, per quanto nel gruppo siano presenti un nutrito gruppo di giocatori, non è facile trovare spazi e tempi per togliersi lo sfizio di una partita. Bruciati sul tempo dai ragazzi più grandi che hanno occupato l’unico altro tavolo libero per qualche partita a Love Letter che avrebbero potuto giocare ovunque non ci simo dati per vinti e, improvvisato un minuscolo tavolino su un contenitore per la raccolta dei toner usati da smaltire, abbiamo apparecchiato il gioco col tabellone più piccolo che siamo riusciti a trovare, Titan Race, e ci siamo apprestati ad una partita a 4.
Ma come in ogni banchetto del gioco delle 3 carte che si rispetti subito la nostra piccola bisca ha richiamato una piccola folla e i giocatori sono rapidamente saliti a 6, il massimo che il gioco poteva sopportare, facendo ripartire per due volte la…
Veloce spiegazione
Titan Race è un gioco di corse a cavallo di mostri giganteschi. Ogni mostro è caratterizzato da un’abilità speciale che tirano in ballo soffi infuocati, trappole, spinte varie e drenaggi di vita a seconda del mostro scelto. Il minuscolo tabellone, da scegliere fra i 6 proposti o da assemblare scegliendone 3, rappresenta un percorso attraverso strani e pericolosi mondi popolati da pirati, lava, creature da perdere la sanità mentale, ghiaccio, rampe e statue esplosive. Anche se solo uno di questi elementi sarà presente: quello abbinato alla plancia scelta. Lo scopo del gioco è attraversare per 3 volte il tabellone dal basso verso l’alto prima che lo facciano gli altri. Ad ogni uscita del tabellone è collegata un’entrata dal lato opposto in modo che non ci sia mai niente che possa bloccare la vostra corsa se non i mostri dei vostri avversari… che però potrete agevolmente spingere per farvi strada.
A guidare la vostra corsa un set di dadi che verrà lanciato periodicamente da cui i giocatori selezioneranno il proprio finché ne rimarrà solo uno e verranno quindi rilanciati. Su ogni faccia del dado è rappresentata un tipo diversa di mossa. Generalmente permettono di avanza verticalmente o diagonalmente verso il traguardo e di interagire con gli altri giocatori mettendo trappole dietro di noi o picchiando qualcuno di fronte a noi. Oltre naturalmente all’interazione causata dalle collisioni fra mostri, che causano danni al mostro spinto ma lo spingono avanti nella stessa direzione e dello stesso numero di spazi di chi ha tamponato.
Spostandosi sul tabellone, oltre a capitare su caselle con gli effetti speciali inerenti al luogo della corsa (dal prendere fuoco al saltare qualche casella) è possibile attraversare anche caselle che donano carte da pescare da un apposito e scarno mazzo. Gli effetti che si ottengono scartando queste carte non sono particolarmente fantasiosi, ma fanno esattamente ciò che vi aspettate: danni, guarigioni, salti e immunità da attacchi altrui.
Impressioni
Tutti abbiamo approcciato il gioco come fosse una divertente gara di autoscontri dove azzoppare il mostro avversario significava probabilmente avvicinarsi alla vittoria… finché ci siamo accorti che le penalità per l’azzeramento della vita dei mostri consistevano nella ridicola perdita di un turno di gioco (durante il quale fra l’altro potevi comunque essere spinto pur non potendo subire danni)! A questo punto il gioco, anche se troppo tardi, si è trasformato in una gara dove lo scopo era più facilmente quello di farsi spingere per guadagnare caselle: col dado non si avanza di tanto verso la vittoria e ogni singola spinta è un grosso vantaggio paragonato alla possibilità prima o poi e talvolta forse, di perdere un turno. Lo scenario scelto poi permetteva in certe caselle di perdere un punto vita e rilanciare il dado per un ulteriore movimento… trasformando il tutto in tentativi di finire più volte su caselle utili con lo scopo di giocare anche 3 turni di fila, uccidendo così, ma stavolta di noia, gli altri giocatori al tavolo.
La partita da quel punto in poi non ha tardato molto a concludersi regalandoci parecchi colpi di scena, fra rilanci di dado, poteri speciali e carte giocate anche se, personalmente, senza lasciarmi una gran voglia di rigiocare questo Titan Race. Ho sentito molto la mancanza di reali ostacoli sui tabelloni, o posti realmente pericolosi dove poter spingere stavolta con malvagia soddisfazione invece che con senso di colpa, i mostri avversari.