Un paio di giorni fa un amico mi telefona dalla sua casa in montagna dove era in vacanza con la famiglia. Da buon giocatore si è portato dietro qualche gioco da tavolo da sfoderare la sera o nelle giornate di pioggia. Talvolta li sfodereremmo anche e soprattutto nelle giornate di sole, ma bisogna scendere a patti con le regole di convivenza sociale. Ma non è questo il punto.

Ha giocato a Mice & Mystics coi figli per la prima volta ed è stato assalito dai dubbi. Possedendo lui la versione italiana ha sentito di non possedere la sicurezza che il manuale rispondesse veramente alle sue domande e ha sentito la necessità di telefonarmi, rallegrando la mia mattinata, per controllare la versione in lingua originale dello stesso (è incredibile come le traduzioni, per quanto ben fatte non diano mai la stessa sicurezza delle regole originali). Il dubbio su cui ci siamo lambiccati era tipo:

“Le regole dicono che i cuoricini sono il numero di ferite che il topo può subire prima di essere catturato. Vorrà dire che devi fargliele tutte e poi, la ferita dopo, lo catturi?” Anche la lettura del manuale in inglese lascia lo stesso dubbio interpretativo. E’ un problema che io non mi sono mai posto. In qualsiasi gioco se hai 4 punti vita e li perdi muori. Quindi così ho sempre fatto senza farmi mai venire dubbi, nonostante la frase possa essere interpretata in entrambi i modi.

Per metterci ancora più in difficoltà quando il manuale parla di ferite agli avversari descrive i cuoricini come i danni che devono essere fatti al mostro per eliminarlo, cambiando terminologia e escludendo ogni parallelismo con la vita degli eroi che poteva aiutare a risolvere il “problema”.

Ma il punto di questo articolo è: perché perderci tempo? Le regole sono solo qualcosa che aiuta a divertirsi con ciò che nella scatola è contenuto. Che problema c’è a giocare anche nel modo sbagliato finché il gioco raggiunge il suo scopo: divertire? Personalmente non ho mai sentito la necessità di consultare una FAQ di regole. Anche se magari è solo l’esperienza e l’attitudine al game design a farmi intuire al volo ciò che certe formulazioni dubbie di frase intendono.

Tutta questa pignoleria sulle regole deriva dalla cultura german del gioco da tavolo, dove anche solo invertire l’ordine di due azioni può cambiare anche immensamente il senso del gioco. E giocare in modo sbagliato compromettere l’equilibrio della sfida. Ma spesso, se non evidente che nel modo sbagliato le cose non funzionano, il gioco funziona uguale, se i giocatori competono usando e concordando sulle stesse interpretazioni. Quando si parla poi di giochi come i collaborativi o comunque tipologie dove il divertimento sta in ciò che succede piuttosto che nell’essere in grado di portare a casa la vittoria, stare a impazzire per certi dettagli mi pare ancora più insano. Molto meglio scegliere velocemente una versione da utilizzare nella partita in corso, anche utilizzando una monetina, e… eventualmente giocare ad un gioco diverso con la stessa scatola la prossima volta.

Le regole devono servire il divertimento, non guastarlo.