Pubblicato anche grazie ad una campagna di finanziamento dal basso, In the Name of Odin di Krzysztof Zięba (NSKN Games, 2016), cala i giocatori nel ruolo di giovani leader che competono per diventare il nuovo Jarl (condottiero del re) dei vichinghi: dovranno costruire edifici nei loro villaggi, ospitare famosi eroi, arruolare guerrieri, mercanti e marinai, costruire navi per portare a termine innumerevoli scorrerie.
In the Name of Odin è un titolo per 2-5 giocatori, dai 13 anni, della durata stimata di 45-60 minuti, costruito attorno a meccaniche di gestione della mano e collezione di set.
Il gioco è contenuto in una scatola quadrata di dimensioni standard.
Una volta aperta, al suo interno troverete il seguente materiale:
– Il tabellone, prevalentemente usato per organizzare il materiale di gioco,
– 5 plance personali (i villaggi dei giocatori),
– 20 gettoni costruzione,
– 20 gettoni danno,
– 3 gettoni vichingo,
– 90 carte Azione,
– 17 carte Eroe,
– 16 carte Raid,
– 20 carte Edificio,
– 12 carte Imbarcazione,
– 5 dischi segnapunti,
– 30 miniature vichingo marinaio (blu),
– 30 miniature vichingo guerriero (rosso),
– 30 miniature vighingo mercante (nero),
– Il regolamento.
I materiali di In the Name of Odin sono mediamente buoni: il grande tabellone è robusto e ben fatto, le carte (di formato standar, finitura liscia e lucida) sono sufficientemente chiare e ben organizzate. Le miniature, benché non aggiungano molto all’esperienza di gioco (vengono spostate dalla riserva generale a quella personale, come cubetti risorsa) sono piacevoli a vedersi. Non perfettamente organizzato il manuale, sufficientemente chiaro nell’esposizione del flusso di gioco, ma con qualche omissione su alcune regole specifiche.
Se volete sapere qualcosa di più su In the Name of Odin, potete leggerne una recensione su ILSA #42.