Spesso la componentistica di un gioco rivela molto delle sue meccaniche. Quella di Myrmes lo fa solo dopo che hai capito il funzionamento del gioco. Il tabellone di Myrmes invece riusciva solo ad affascinarmi e stordirmi con la sua moltitudine di colori e simboli. E pure la plancetta non sapevo da dove iniziare a guardarla per la quantità di spazi e simboli. Incredibilmente una volta lette le regole per intero tutto ha cominciato ad apparirmi più chiaro (che strano eh!). Già dalla prima partita infatti siamo riusciti ad apprezzare le particolarità del gioco senza incappare in errori in grado di rovinarci la partita.
Larve, nutrici, soldati e operaie: chi lavora veramente?
Il gioco propone queste 4 varietà di formiche da gestire, ma in realtà le formiche soldato e le larve sono utilizzate dal gioco come risorse e solo nutrici e operaie potranno essere assegnate a svolgere diversi compiti fra le possibilità a loro riservate dalle regole.
Le nutrici regolano la produzione delle diverse tipologie di formiche. A seconda di come le posizionerete creerete nuove larve, operaie, soldato e, pagando cibo e larve, anche nuove nutrici.
Le operaie invece potranno lavorare nel formicaio producendo una risorsa e rimanendo vive per essere riutilizzate anche al turno seguente oppure uscire dal formicaio per comparire sul tabellone da uno dei buchi di uscita e “morire” alla fine della stagione. Vorrete far uscire le operaie dal formicaio soprattutto per “coltivare” le risorse che il tabellone mette a disposizione: cibo, terra e pietra. Permettono infatti di piazzare i feromoni: delle tessere dalla forma di aggregato di esagoni di varie forme e di dimensioni che dipendono dallo sviluppo del proprio formicaio. Piazzando queste tessere, oltre generalmente a fare punti, porteremo in superficie (cioè depositeremo sopra la tessera feromone) risorse dello stesso colore degli esagoni che andremo a coprire. In una apposita fase di raccolto ne prenderemo poi una alla volta. A fare da ostacolo al piazzamento di queste tessere feromoni, oltre alle tessere altrui, ci saranno esagoni d’acqua da non coprire, esagoni di funghi che non donano risorse e… altri insetti. Le nostre formiche operaie possono rimuovere questi insetti “spendendo” delle formiche soldato e guadagnando anche in cambio cibo e/o punti vittoria.
Ovviamente ci sono altre regole e azioni secondarie per regolare i rapporti fra i pezzi dei vari giocatori, inserire tessere speciali e dare maggiore profondità al gioco (e al formicaio), ma nella sostanza il gioco sta qua.
Strategie e astuzie del gioco
All’inizio del gioco le nostre azioni saranno limitate e povere, avendo solo 3 nutrici da gestire e potendo le nostre formiche solo piazzare feromoni che non regalano punti vittoria e coprono solo due esagoni. Si sente quindi la necessità di lanciarsi subito verso l’ottenimento di una nuova nutrice e, ancora più urgentemente, sul miglioramento del proprio formicaio per essere in grado di piazzare i feromoni da 3 esagoni e le tessere speciali che ci danno rendite fisse ogni turno. Già dalla prima partita si ha come la sensazione che le prime mosse possano rivelarsi obbligate. Nella nostra inesperienza siamo partiti con scelte diverse ma abbiamo, già nella seconda stagione, trovato una convergenza nelle nostre strategie ritrovandoci tutti a migliorare il nostro formicaio come primo obiettivo (benché sia io che Massimo ci fossimo in realtà lanciati verso la produzione di una quarta nutrice). Le strade però che ci hanno permesso di arrivarci sono diverse, indice della varietà di possibilità concesse dalle regole. Sono poi fiducioso che le partite possano seguire un percorso diverso per merito di un simpatico accorgimento che ad ogni stagione (turno) concede ai giocatori un bonus, sancito da un dado comune per tutti ma dagli esiti modificabili attraverso la spesa di larve, che ha effetti pesanti sulle scelte. I suoi effetti sono spesso paragonabili ai risultati del piazzamento di ben due nutrici (e ricordatevi che all’inizio ne abbiamo solo 3). Per una buona pianificazione strategica i giocatori sono così indotti ad osservare i 3 dadi lanciati ad ogni inizio anno (il gioco dura 3 anni, durante ognuno dei quali giocheremo per 3 stagioni e pagheremo cibo in inverno) e a trarne indicazioni su quando sarà meglio concentrarsi a fare una certa cosa. Sarà chi riuscirà ad adattare meglio la propria strategia a spuntarla alla fine del gioco.
L’altro elemento di variabilità del gioco è costituito dagli obiettivi, estratti casualmente ad ogni partita. Questi sono divisi in 3 livelli di difficoltà, con gli obiettivi più difficili sbloccati solo attraverso la realizzazione di quelli più facili e regalano un numero importante e sempre crescente di punti vittoria, oltre a fornirvene di ulteriori se qualcuno realizza lo stesso obiettivo nei turni seguenti! I punti sono così tanti che non si possono ignorare e costringeranno i giocatori a spingere le proprie strategie di gioco verso le strade da questi dettate, invece che verso una semplice ottimizzazione che potrebbe portare a partite poco diverse una dall’altra.
Conclusioni
Questi e altri fattori non citati per evitare eccessive lungaggini mi portano a pensare fin dalla prima partita che questo sia un bel gioco e che possa essere giocato a lungo con soddisfazione. Uno di quelli per cui non ho appunti da fare all’autore (o alla realizzazione della casa editrice), ma solo complimenti da porgergli. E ci abbino quelli alla Asterion per aver pescato e portato in Italia questo titolo che trovo sia passato troppo in sordina a vantaggio di altri titoli meno efficaci, trovo.
Fra l’altro il gioco può essere provato online su http://www.boiteajeux.net/ anche in solitario, se non avete la pazienza di aspettare un avversario o non far cozzare la vostra inesperienza contro la sua abilità