Negli ultimi anni Nicola Iannone è sempre stato una presenza fissa a Play, assieme al suo Medioevo Universalis: chiamarlo gioco potrebbe sembrare riduttivo, dato che anno dopo anno ha subito un processo di raffinamento che lo ha portato a migliorare via via ogni singolo elemento (miniature, grafica, monete, fino all’ultima plancia, in 3D, la quale è decisamente un prodotto di artigianato, più che una semplice plancia).

Se un prodotto di questo tipo sembrava irrealizzabile attraverso i normali canali produttivi, a gennaio 2017 è partita una campagna di crowdfunding guidata dalla piattaforma Giochistarter di Giochix (in contemporanea con Kickstarter e con la tedesca Spiele Schmiede), che ha raccolto in totale € 350.000 e ha permesso di pubblicare una versione commerciale di MU (che nel frattempo aveva cambiato nome da Medioevo Universalis a Medioevo Universale, per evitare fraintendimenti tra questo e la serie di videogiochi).

E ad agosto il “mostro” è arrivato, e devo dire che anche a scatola chiusa è veramente impressionante, è decisamente enorme (e pesante), 62cm x 40cm x 12cm. Nonostante il gioco sia composto da base (sei giocatori) più espansione (altri quattro giocatori, per un totale di dieci) non è stato suddiviso in due scatole ma riunito in una sola, e in effetti con tutto il materiale che contiene, il cartone si è rivelato un po’ al limite: una scatola di legno (come il più “piccolo” Mega Civilization) sarebbe stata una scelta pregevole (anche se probabilmente lo avrebbe reso ancora più pesante, costringendoci a noleggiare dei portatori per trasportarlo in giro).

All’apertura troviamo un paio di curiose fettucce, che si rivelano molto comode per sollevare il vassoio che contiene una buona parte dei componenti (tra parentesi, per maggiore comodità ho provveduto a fissarle al fondo del vassoio, e vi consiglio di fare altrettanto, così rimarranno sempre al loro posto). I due regolamenti raddoppiano in pratica le modalità di gioco, infatti abbiamo a sinistra quello originale di Nicola (chissà perché, chiamato Prototipo), e a destra quello sviluppato da Giochix.

E qui c’è veramente da sbizzarrirsi, una quantità industriale di miniature, dalla qualità ottima sia come consistenza della plastica che bellezza delle sculture (attenzione alle cattedrali, pungono). Completano la dotazione tante monete di metallo in svariati tagli e dimensioni, dischetti, cubetti, carte e dadi. Il vassoio è molto funzionale, e in ogni scomparto c’è un incavo nella plastica che ricorda cosa va piazzato lì.

Questa è la plancia del gioco base, sul lato utilizzato con il regolamento storico di Nicola.

Ho lasciato la metà sinistra della plancia base, e ho aggiunto l’espansione (in effetti per poter giocare ci vuole un tavolo mooolto grande!)

Questo è l’altro lato, per il regolamento Giochix (devo ammettere che esteticamente preferisco questo lato, ha un aspetto più “medioevale”).

E questa è la plancia dell’espansione per il regolamento Giochix.

Le fustelle di cartoncino del gioco base, in buona parte occupate dalle plance per i giocatori. Notare l’accortezza di evidenziare ogni componente usato nel regolamento storico con un triangolino rosso.

E le fustelle dell’espansione.

Queste sono le scatole che contengono le miniature, una per ogni fazione più quella nera (aperta) per i barbari.

E queste sono le miniature per una fazione, venti fanti leggeri, venti fanti pesanti, dieci cavalieri, dieci arcieri, e tre capitani, moltiplicate il tutto per dieci, aggiungeteci i barbari, e capite come si fa a raggiungere le “700+” miniature dichiarate sulla scatola.

Un dettaglio sulle miniature diversificate per le fazioni mediorientali.

E gli schermi per i giocatori, anche questi in duplice copia per i due regolamenti (e anche qui l’angolo rosso identifica quelli utilizzati nel regolamento storico).