“Loch Ness” di Walter Obert (Red Glove, Granna, The Game Master BV, 2010): un gioco per bambini che ha il pregio di non sfruttare meccaniche di memoria o di destrezza per catalizzare la loro attenzione e farli competere ad armi pari con gli adulti. Perfetta l’ambientazione (i mostri hanno sempre un fascino indescrivibile sui piccolini), ottima la grafica e i materiali, in stile cartone animato.

La meccanica che sta alla base del gioco è una trovata davvero simpatica: cercare di scattare le migliori fotografie del mostro, che si muove tramite il lancio di un dado, pescando un numero di tessere foto (di qualità variabile) da un sacchetto, in funzione della posizione relativa del mostro e dei propri fotografi (potendone comunque conservare solo una per proprio personaggio). Interessanti le scelte che propone: riposizionare i propri fotografi nel tentativo di sfruttare i successivi movimenti del mostro (controllati dagli avversari), o muovere la creatura cercando di indirizzarla verso i propri paparazzi (rischiando al contempo di offrire il “lato migliore” del mostro alle pedine avversarie).

All’interno della scatola è proposta anche una variante destinata ai fotografi più cresciuti. Un successo, almeno a casa mia: i miei figli (4 e 6 anni) hanno imposto a parenti e amici dei genitori di giocare al gioco delle “foto del mostro”.