“La Boca” di Inka e Marcus Brand (Asterion Press, Kosmos, Z-Man Games, 2013): i coniugi Brand sono indubbiamemte autori poliedrici, capaci di spaziare con successo dal gioco gestionale di media profondità (“Village”, premiato con il Kennerspiel des Jahres nel 2012) al gioco per bambini (“Acchiappamostri”, vincitore nel 2011 del DSP, come miglior gioco per bambini).

La Boca propone un’idea tanto semplice quanto geniale: a turno ogni giocatore viene casualmente accoppiato con uno degli avversari; insieme dovranno costruire, il più rapidamente possibile, un edificio tridimensionale, utilizzando 10 pezzi colorati. I due giocatori si posizionano da lati opposti della plancia. Ognuno dispone soltanto di una vista di prospetto dell’edificio, ovvero come questo dovrà risultare visibile dal suo punto di vista: la costruzione dell’edificio nella sua completezza può avvenire solo dalla collaborazione e dallo scambio di informazioni fra i due giocatori. Le regole di costruzione sono semplicissime: si può costruire solo nell’area delimitata sul tabellone, non ci possono essere pezzi messi “a sbalzo” (tutti i pezzi devono essere completamente appoggiati al tabellone o ad altri pezzi), è obbligatorio utilizzare tutti i pezzi.

All’inizio della prova viene fatto partire il timer. Quando entrambi i giocatori ritengono di aver raggiunto l’obiettivo comune, il cronometro viene fermato. Se non sono stati commessi errori, entrambi i giocatori del team ricevono un numero di punti vittoria a seconda dal tempo impiegato.
Si prosegue in senso orario, con una nuova coppia. Quando tutti i giocatori hanno giocato due volte con ogni altra persona al tavolo, si tirano le somme: il giocatore con più punti vittoria si aggiudica la partita.

La Boca è una versione a coppie di Make’n’Break e, come tale, si colloca al confine fra il partygame e il filler, ed è perfetto per le famiglie: la durata è limitata, la difficoltà contenuta, il divertimento alle stelle. Il più grosso pregio della struttura a squadre non sta solo nel coinvolgimento simultaneo di più di un giocatore, ma anche nel naturale effetto di mediare le differenze innate nell’abilità dei singoli giocatori nel risolvere puzzle tridimensionali. Come bonus, affrontare il puzzle insieme è più divertente non soltanto nella fase attiva, ma anche quando si è spettatori: questo è probabilmente il punto di forza del gioco.

Il gioco non ha ancora vinto nessun premio, ma è fra i titoli iscritti all’edizione 2013-2014 del gioco dell’anno…