“Ragazzi siete tutti pronti? Avete tutti la lista della spesa che ho scarabocchiato ieri sulla carta igienica usata? Allora mettetevi in coda da qualche parte e non tornate a casa finché non avete arraffato qualcosa. Non importa se poi non ci serve: ci penserà papà a scambiarlo con qualcosa di utile con gli speculatori al banchetto della piazza. Ho capito come fare per non farmi fregare”

Le regole dello shopping

La prima cosa da fare è assegnare ad ogni membro della famiglia un negozio alla cui coda accodarsi. Si arriva alla mattina presto ma spesso ci
troviamo quelli in coda dalla sera prima per aspettare l’ultimo modello di “IPolloarrosto”. La coda è ordinata, in fila per uno, alla polacca, che già lo facevano prima degli indiani. I negozi sono vuoti e si aspetta trepidanti l’arrivo delle merci. Ogni giorno arrivano solo 3 carichi e quindi bisogna essere fortunati ad aver scelto la fila giusta (o aver avuto qualche soffiata il giorno prima). Quindi i negozianti si apprestano ad aprire i negozi e… si scatena il delirio. I polacchi sono ordinati, ma quando si tratta di saltare la fila non sono secondi a nessuno. Ogni famiglia ha 3 carte da giocarsi durante la giornata: piani orditi durante la notte oppure i giorni precedenti ma conservati per essere giocati al momento migliore.

Gli studiosi della fila hanno catalogato 10 diverse astuzie giocabili, ma ogni famiglia può giocare ognuna di queste solo una volta alla settimana. E’ quindi necessario gestirsele bene. Oltre alla classica mossa per rubare un posto ne abbiamo per far perdere due posti a qualcuno segnalando ad un pubblico ufficiale il fatto che il nostro vicino di fila non è pienamente convinto delle politiche attuate dal governo, per saltare tutta la fila posizionandosi primi, per cambiare fila posizionandosi al secondo posto di un’altra, per rovesciare l’ordine della fila facendo servire per primi quelli che precedentemente erano ultimi e, infine, quella per arraffare una merce prima che il negozio apra sfruttando il fatto di essere (almeno per il momento) primi. A queste si aggiungono possibilità di agire sulle consegne controllando quali saranno le prossime due in arrivo, dirottare una merce in un negozio diverso, far giungere una merce aggiuntiva a quelle consegnate. L’ultima crudele mossa è quella di provocare la chiusura di un negozio per la giornata, cancellano in un attimo tutti i sorrisi delle persone in coda che finalmente sarebbero riusciti a tornare a casa con qualcosa.

Una volta che il negoziante apre le porte dell’attività tutto si blocca e, terrorizzati dal potere estremo di chi possiede le merci da assegnare, nessuno osa più giocare sporchi trucchi. Il negoziante fa entrare una alla volta le persone della fila che hanno la possibilità di scegliere uno dei pochi articoli arrivati e di portarselo a casa. Anche se non era proprio ciò che voleva. Dopo tanto tempo passato in coda non c’è da fare gli schizzinosi ed andarsene a mani vuote. Qualcuno con cui barattare si troverà. Fossero anche gli speculatori che si mettono in coda senza particolari esigenze giusto per prendere oggetti da barattare al doppio del loro valore. Se li si prende nel giorno giusto potresti anche riuscire a fare uno scambio alla pari.

Se non siete riusciti ad accaparrarvi niente… vi conviene stare in coda fino al giorno dopo. Sperando che non sia sabato o domenica quando i negozi sono chiusi. Altrimenti… speriamo che siate attrezzati con coperte e fornelletti per campeggiare lì in piazza tutto il fine settimana. Non vorrete perdere la priorità acquisita!

Lo scopo dello shopping è completare la vostra lista della spesa prima delle altre famiglie. Se si completa contemporaneamente… allegria e tutti felici! 🙂

Storie di vita vissuta

Kolejka - tabellone

Il verde identifica la famiglia del racconto. Potete notare nell’angolo a sinistra la figlia in coda per prendere il pollo. Più in alto la mamma in fila al negozio di elettrodomestici. Sulla destra anche il padre è in prima fila al banchetto degli speculatori. Notate l’omino bianco che indica la merce che in quel giorno viene scambiata alla pari. Per poter ottenere le altre invece servono due merci da scambiare.

Primo giorno – “Mi ricordo quella mattina che mia madre mi mandò a prendere un pollo arrosto al negozio di alimentari. Mi ero alzata presto ed ero la prima in coda! Ancora mi ricordo l’emozione quando vidi il camion accostare al retro del negozio: la consegna era arrivata! Ma… una sedia? Colgo lo sguardo stranito della negoziante… che subito sostituisce con un bel sorriso scaricandola nel magazzino e salutando il corriere con calore. Vabbeh, papà ha detto che non si butta via niente: se non arriva altro va bene anche una sedia. Ma… neanche il tempo di rassegnarmi ed ecco avvicinarsi un altro camion. Sììììììì. Vai che si mangia!…. una macchina per cucire?!?! Ma siamo sicuri che questo sia il negozio di alimentari? Sì, sull’insegna c’è un pollo, non posso essermi sbagliata. Comunque sono la prima e una macchina per cucire in casa ci serve. Difficile mamma sia così fortunata di trovarne una anche al negozio di elettrodomestici. Anzi, scommetterei che sia proprio quella che aveva ordinato là! E’ ora. Ecco arrivare la negoziante: sta appendendo un cartello. “Oggi chiuso, niente polli”. Come chiuso! Apri che ho visto che hai qualcosa da darci! Mi tocca aspettare fino a domani. Fortuna che è estate.

Secondo giorno – …eccola, eccola la negoziante! Non ho visto arrivare camion ma non può tenere chiuso per due giorni di fila! “Oggi chiuso, niente polli”. Bastar… basta con questa inefficienza! Ho fame!

Terzo giorno – Appena la negoziante arriva approfitto dell’amicizia fatta col mio compagno di fila per farmi tenere il posto e vado a lamentarmi. Non è possibile tenere chiuso il negozio così a lungo! Ho visto che avete della merce là dentro! Se non c’è cibo dateci almeno quella! Oggi dovete aprire! In quel mentre vedo avvicinarsi il camion per le consegne. Scaricano… un pollo arrosto!!!! E’ solo uno ma… sono la prima della fila! Butto un’occhiata alla fila e vedo fibrillazione. Dopo 3 giorni di chiusura la gente è pronta a tirare brutti scherzi. Tratto con la negoziante illustrandogli che sono la prima in fila e che quel pollo mi spetta di diritto dopo 2 giorni di fila. La negoziante sente il mio pancino gorgogliare e conviene che ho ragione. Mi assegna il pollo. Me ne torno a casa trionfante pregustando il pranzo. Trotterellando verso casa butto un’occhio alla fila lasciata davanti al negozio e alla sagoma del negoziante che si avvicina alla porta. Sembra mettere un cartello: “Oggi chiuso, niente polli”.

Come sono stata fortunata!”

I commenti dello studioso

Le code in Polonia, col filtro della nostalgia, sono viste con simpatia. Le difficoltà comuni e il tempo passato assieme contribuisce a creare una società basata sulla solidarietà e sul calore umano. Anche gli espedienti che possono sembrare cattivi vengono accettati con rispetto e le persone che li usano vengono definite “esperte”, non truffaldine. Con la giusta atmosfera a pervadere il vostro gruppo lo shopping polacco è un’esperienza piacevole  consigliata a tutte le classi sociali.