C’è una cosa che ammiro della Haba: il coraggio nella scelta di materiali e idee di gioco, spesso non convenzionali, che forniscono ai loro titoli quel quid tale da rendere l’esperienza di gioco indimenticabile per i più piccoli, e sicuramente gradita ai più grandi. Da quando i miei due figli sono entrati nella fascia di età “giusta”, abbiamo iniziato ad esplorare insieme le grandi scatole gialle. Analizziamo adesso il vincitore del Kinderspiel des Jahres 2001.

“Klondike” di Stefanie Rohner e Christian Wolf (Haba, 1993): questo gioco di scommesse, bluff e destrezza ci proietta nel fantastico periodo della corsa all’oro. Muniti dell’apposito setaccio a forma di bacinella tenteremo di arricchirci sia separando le pepite d’oro dalle pietruzze del letto del fiume, sia scommettendo sulle capacità degli altri giocatori.

I materiali

Nella grossa scatola quadrata trovano abbondante posto una corda di iuta (che ha solo lo scopo di non far scappare via le biglie, elemento chiave del gioco), una bacinella di metallo, un sacchetto di biglie di legno in tre diverse colori (giallo, nero e grigio), un piccolo orsetto lavatore di legno, 4 contenitori di metallo, 4 contenitori di legno e delle carte.

Il gioco

All’inizio della partita ogni giocatore si procura una coppia di contenitori, un set di carte (di valore 0, 1 e 2) e 4 biglie gialle (capitale iniziale di 4 pepite d’oro). Il giocatore più giovane inizia il gioco, quello più anziano riceve il procione. Il gioco si sviluppa in turni, in cui il giocatore attivo pesca tre biglie a caso dal sacchetto.
Se tutte e tre sono gialle, egli ne prende due, mentre la terza tocca al giocatore col procione, quindi il turno passa immediatamente al giocatore successivo.
Se tutte e tre le biglie sono grigie o nere, queste vengono rimosse dal gioco e il turno passa al giocatore successivo (ma se almeno una delle biglie era grigia, il giocatore prende il controllo del procione).
Infine, se le biglie gialle sono una o due, il giocatore deve provare a separarle usando il setaccio. Prima, però, gli altri giocatori devono scommettere sulla sua abilità, puntando una o due delle loro biglie gialle e cercando di indovinare quante saranno le pepite che egli riuscirà a mantenere nella padella. Quindi, muovendo l’attrezzo di metallo, dovrà far cadere le biglie non gialle, continuando nella sua azione finché il setaccio è vuoto, oppure contiene solo pepite. Tutte le biglie rimaste sul piatto sono sue, ma bisogna anche controllare le scommesse! Ogni giocatore che ha sbagliato pagherà la sua scommessa al giocatore; chi ha indovinato riscuoterà la sua puntata dal giocatore. Il gioco termina quando il sacchetto contiene meno di 3 biglie, oppure quando un giocatore resta senza pepite. In entrambi i casi, il giocatore con più biglie gialle è il vincitore.

Le impressioni

Klondike richiede una miscela di abilità diverse. A livello elementare (quello a cui lo possono giocare bambini di 5 o 6 anni), la componente di destrezza è preponderante: riuscire a separare le biglie muovendo il piatto non è proprio facilissimo, e l’esito sarà imprevedibile quando a manovrarlo sono i più piccoli.
Al crescere dell’età della platea, invece, la parte di destrezza viene piano piano affiancata da ragionamenti di convenienza:
-“Su cosa avranno scommesso i miei avversari?”
– “Conviene che mi impegni per massimizzare il guadagno proveniente dal piatto, o è meglio che lo rovesci, perdendo tutto, nella speranza di rastrellare tutte le scommesse dei miei avversari?”

Insomma, bluff e double thinking arrivano a ricoprire un ruolo non trascurabile, rendendo il gioco un piacevole diversivo anche per un gruppo di soli adulti, alla ricerca di una attività per riempire gli spazi di attesa fra un gioco bruciacervelli e il successivo.