“Java” di Wolfgang Kramer e Michael Kiesling (Ravensburger Spieleverlag GmbH, Rio Grande Games, 2000): un gioco di vecchia concezione ma che ancora oggi sa offrire sfide interessanti, ricche di decisioni delicate tanto da renderlo soggetto talvolta a paralisi da analisi. Ben integrato il meccanismo delle feste a palazzo che assicura quel pizzico di aleatorietà che tiene alta la tensione.

La caratteristica di Java, ripresa successivamente da altri giochi (come Taluva ad esempio) è il suo sviluppo tridimensionale del piazzamento tessere che permette l’evoluzione del piano di gioco non solo in orizzontale ma anche in verticale e assegna a questo sviluppo un significato chiave nell’ambito delle meccaniche che lo regolamentano.

Java è il secondo gioco della Trilogia delle Maschere, tre giochi di Kramer e Kiesling pubblicati da Ravensburger tra il 1999 e il 2002 che condividevano l’ambientazione esotica, il meccanismo di punti azione da spendere nel proprio turno, la posa di tessere e una grande maschera sul coperchio della scatola. Dei tre, Tikal, Java e Mexica, il primo ha certamente avuto la maggior fama, ineguagliata dai due titoli successivi, comunque apprezzabili.

 

tikalbox   javabox   mexicabox