“Il Piccolo Principe” di Antoine Bauza e Bruno Cathala (Ludonaute, Asterion Press, 2013). L’ambientazione trae decisamente in inganno facendolo credere un gioco adatto ai bambini, la verità è che questo breve filler, di profondità media, grazie a un interessante meccanismo per la decisione del turno di gioco, diventa un gioco dall’interazione diretta molto alta, ricco di momenti in cui operare decisioni interessanti e spietate nei confronti degli avversari. Materiali ottimi, regolamento chiaro e scatola delle giuste dimensioni.
Probabilmente la notorietà del libro a cui è ispirato, Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, che nel mondo ha venduto oltre cento milioni di copie, ha contribuito alla diffusione di questo gioco che è già stato tradotto in oltre 10 lingue.
Il cuore del gioco è la gestione della sequenza del turno, unita al valore delle tessere pianeta che non portano solo vantaggi ma anche svantaggi. Una volta presa una tessera il giocatore deve scegliere chi dovrà prendere la tessera successiva (tra i giocatori che ancora devono giocare quel turno). Questo semplice meccanismo rende le decisioni interessanti soprattutto quando prese cospirando per colpire un giocatore troppo in vantaggio, costringendo a perdere punti ed inserendo così molto più metagioco di quanto non ci si aspetterebbe in un gioco così breve e dall’ambientazione così innocente.