Quando si finisce la prima partita della serata dopo la mezzanotte purtroppo viene nominata la parola “filler” e so già che buona parte delle volte mi toccherà concludere la serata con un gioco di cui potevo anche fare a meno. Stavolta però mi vedo proporre un progetto Kickstarter da poco consegnato malamente dal postino facendo improprio uso della cassetta delle lettere che già dal retro mi ispira: una miniplancetta personale, soldi esagonali e tante belle carte ben illustrate con effetti espressi da testi lunghi il giusto. La mancanza delle icone è indice di un gioco dove gli effetti non sono banali e la brevità dei testi mi assicura che non dovrò concentrarmi troppo per tradurre ogni singola carta che mi passa per le mani. La casa editrice è la Indie Boards & Cards che già ha conquistato la fiducia dei suoi acquirenti con titoli come The Resistance, Coup e Flash Point: Fire Rescue   L’ambientazione cyberpunk è la ciliegina sulla torta: stasera si prova Grifters!

Il gioco in breve

Ogni giocatore è l boss di un’organizzazione criminale che parte con l’identica squadra di tre scagnozzi a disposizione: una ladra, un borseggiatore e un reclutatore. Lo scopo è ovviamente quello di fare un sacco di soldi attraverso il semplice sfruttamento delle abilità dei singoli o l’organizzazione di complessi colpi che richiedono la coordinazione di più capacità.

I singoli sottoposti sono rappresentati da carte e descritti da una icona che li inquadra in una categoria (forza bruta, mente fine o agilità, più o grifters-materialemeno) e da un testo che descrive gli effetti del suo “lavoro” se lo si mette a lavorare in autonomia. In genere sono abbastanza semplici: il ladro prende 2 soldi dalla riserva, il borseggiatore ne prende 2 da un altro giocatore, il reclutatore ti fa guadagnare un nuovo scagnozzo a scelta fra i 3 che peschi dalla cima del mazzo.

Ogni turno potrete giocare solo una delle carte dei vostri scagnozzi, che finirà sulla vostra plancetta e tornerà utilizzabile solo 3 turno dopo (anche se di trucchi per abbreviare questo tempo ce ne sono a iosa). In alternativa potete invece organizzare un colpo. Ce ne sono di diverse categorie, ognuno illustrato da una carta di grosse dimensioni con riportate le abilità richieste e la ricompensa. Mettendo insieme una squadra che nel complesso abbia tutte le abilità (icone) richieste e giocandola su un unico spazio della plancetta lo porterete a termine appropriandovi della carta, oltre che della ricompensa, e scoprendo il colpo, più difficile, illustrato dalla successiva carta della stessa categoria.

Alla fine del gioco, prima di contare i soldi per sapere chi ha vinto, riceverete un bonus monetario crescente se avete portato a termine più colpi della stessa categoria.

Nella sostanza

il gioco è rapido, con pochi tempi morti (giusto quando alla prima partita c’è la necessità di leggersi i testi di 3 carte per scegliere quale tenere) e elegante nella concezione. I poteri delle carte sono ben ambientati e sfruttano al massimo le (non sterminate) possibilità del sistema sopra descritto, interagendo pesantemente con tutte le carte nelle plancette, nelle mani e negli scarti propri e altrui, copiando effetti, recuperando carte, velocizzando i tempi di recupero, oltre a mettere in campo ovviamente diversi modi di far soldi.

L’interazione fra i giocatori è notevole, benché ogni giocatore è portato a concentrarsi sull’attenta pianificazione delle proprie mosse future: avere in mano contemporaneamente tutte le giuste persone per un colpo è una cosa che non si può lasciare al caso. Il limite del gioco a parer mio sta proprio sull’eccesso di interazione sull’unico argomento veramente importante: i soldi accumulati. Permettendo spesso il gioco di rubare soldi ad un giocatore a scelta, senza alcun tipo di filtro o vincolo, si ha una situazione di continuo livellamento verso il basso dei giocatori che più si avvicinano alla vittoria. Se sembra che Roberto stia andando bene a chi ruberò i 2 soldi? A lui certamente! E lo stesso farà Riccardo e Antonio. La vittoria ho come l’impressione insomma che possa venire assegnata più dalla valutazione (giusta o errata) di come stanno andando gli avversari che dall’effettivo buon gioco. Devo però anche dire che nella partita fatta le occasioni di ladrocinio si sono mano a mano diluite in altre attività meno direttamente interattive rendendo la cosa meno evidente, verso il finale.

Ho trovato comunque il gioco, aldilà dell’assegnazione della vittoria, piacevolissimo. Leggero e intenso al tempo stesso. Il tipo di filler (30 minuti di gioco) con cui vorrei concludere spesso una serata.