Vi è mai capitato di vedere sfumare una serata di gioco per il verificarsi di una serie di coincidenze ancora più improbabili di un allineamento astrale? Tipo un’influenza improvvisa di uno dei partecipanti, la parotite del figlio di un’altro, la partita della squadra del cuore, il tutto nello stesso giorno? Che fare se rimanete da soli quella volta in cui avevate organizzato ogni cosa con così tanta cura? Potete cestinare la serata, e dedicarvi ad altre attività (una edificante lettura, qualche serie televisiva, un coinvolgente videogioco), oppure ricorrere ad una seduta in “solitario”.
L’offerta attuale vi mette davanti ad un bivio: ricorrere a dei giochi intenzionalmente progettati per essere giocati da soli, oppure rivolgervi ad un gioco che ammetta anche la versione solitaria. Benché quest’ultima possibilità si stia arricchendo sempre più (solo nella recente messe di titoli presentati allo Spiel 2013, ben 12 titoli vi offrono una versione in solitario: Caverna, Nations, Lewis & Clark, Glass Road, Legacy, SOS Titanic, Carnival Zombie, Super Fantasy, Town Center, The Witches, Bremerhaven e 7 Days of Westerplatte), l’ultima volta che mi è capitato di essere stato “bidonato” mi sono misurato con due giochi espressamente nati per essere giocati in solitario: Onirim e Venerdì.
“Onirim” di Shadi Torbey (Z-Man Games, Filosofia Édition, Pegasus Spiele, 2010) è un gioco di carte incentrato su meccaniche di collezione, gestione della mano e manipolazione del mazzo, con una ambientazione onirica, un po’ posticcia ma che è un buon alibi per le interessanti illustrazioni. Il gioco base si svolge utilizzando 58 carte, suddivise in 4 colori e 3 “simboli”, a cui sono mescolate 8 carte “porta” (l’obiettivo del gioco è toglierle tutte dal mazzo prima che questo si esaurisca) e 10 carte incubo. Se la meccanica base è incentrata su un semplice “gioca e pesca” (obbligando a giocare consecutivamente sempre simboli differenti) o “scarta e pesca”, ciò che rende interessante il gioco è la modalità di ottenimento delle carte porta (che non possono essere “pescate”, ma vanno “estratte” giocando opportuni set di carte) e la multimodalità sia delle carte “positive” che di quelle “negative” (gli incubi), che possono essere “affrontati” scegliendo una fra più penalità.
Il gioco base è piuttosto semplice da risolvere dopo le prime partite, ma nella scatola troviamo già tre espansioni modulari, da provare da sole o nelle varie combinazioni, per tarare la difficoltà del gioco secondo le proprie esigenze, e prolungandone la longevità.
Da notare che ne è prevista una seconda edizione, annunciata dalla Z-Man Games, che conterrà altre 4 espansioni oltre a quelle già presenti nella prima edizione, estendono notevolmente le opportunità.
“Venerdì”, di Friedemann Friese (2F-Spiele, Rio Grande Game, Uplay.it Edizioni, 2011) adatta invece al solitario il classico impianto dei giochi di deckbuilding. Nei panni di Venerdì dovremo aiutare Robinson Crusoe a sopravvivere all’esplorazione dell’isola su cui è naufragato, facendosi una certa esperienza (insomma, dandosi una svegliata, perché all’inizio è piuttosto rintontito) in modo da poter resistere non solo ai pericoli in agguato sull’atollo, ma anche all’arrivo di ben due navi cariche di pirati. La meccanica “innovativa” sta nel dare a ciascuna carta due ruoli: quella “avverso” e quello “favorevole”. Sostituendo la classica meccanica dell’acquisto, in Venerdì per poter aggiungere una carta al proprio mazzo, il giocatore deve prima affrontarla come minaccia. Il folletto verde ha imparato bene la lezione impartita dai predecessori, introducendo tutte quelle meccaniche che rendono interessante affrontare i giochi del genere: manipolazione del mazzo e delle carte già giocate, abilità speciali, possibilità di “dare una forma” al deck rimuovendo carte non più utili. Non solo, grazie ad semplice ma efficace stratagemma, riesce anche a creare un arco narrativo efficace, cosa che i più famosi Dominion o Thunderstone non sempre riescono a fare. Come simpatico plus, non ci sono tempi morti, in quanto non dovete aspettare che i vostri avversari giochino il loro turno!
Indubbiamente è uno dei titoli più riusciti di Friese degli ultimi anni. Pensate, è secondo solo ad Alta Tensione su BoardGameGeek nella classifica dei titoli dell’autore!
C’hai gli amici che tirano i pacchi quando sono sotto a casa tua adducendo scuse corporali… che gentaccia conosci 😀