Immaginate di avere una platea immensa di persone che vi ascoltano a cui poter proporre qualcosa da vendere. Cosa proporreste per incontrare i gusti della gran parte di essi? Internet ce lo insegna: immagini di gattini! A chi non piacciono i gattini? Belli eh! Bella la prima foto che ti mandano, la seconda, la terza, la quindicesima, la centrotreesima, poi… un pò di voglia di sopprimerli tutti ti viene eh! E qui si sono inseriti gli autori di questo Exploding Kitten, per catturare un poco la volontà popolare e sfruttarla facendoci dei bei soldoni. Questo gioco ha infatti raccolto tramite kickstarter il sostegno di 219,382 backers, che hanno fornito agli autori ben 8,782,571 dollarozzi per fare un gioco che più stupido non si può. Anche se, devo dire, probabilmente funzionale e adatto al livello di impegno mentale per il genere di persone che ama vedere situazioni di macabro umorismo animale.

Il gioco in breve

Ogni giocatore al suo turno pesca una carta. Se è una carta “Exploding kitten” perde la partita. La carta in questione, presente in diverse versioni, descrive situazioni paradossali in cui un gatto può morire, pur senza raggiungere gli estremi descritti nei cartoni di Grattachecca e Fichetto. L’ultimo che rimane in gioco vince.

Vi pare troppo veloce?

Allora ci mettiamo qualcosa con cui allungare il brodo. Prima di tutto ogni giocatore parte con in mano qualche carta a caso più una in grado di salvare il giocatore dall’eliminazione. E, a questo punto, vi spiego la cosa più importante del gioco: chi ha pescato la carta Exploding kitten la reinserisce di nascosto nel mazzo dove vuole lui!
Ed è a questo punto che si scatena la tensione! L’avrà messa sopra il mazzo pronta a colpire il prossimo giocatore? In mezzo o in fondo sperando che glia altri sprechino ora le loro carte migliori per difendersi? O subdolamente dopo qualche carta in modo che colpisca quando la tensione sembra calare? A questo punto scatta, se è nelle possibilità dei giocatori, il delirio. Cominceranno infatti a giocare le carte speciali. Ve ne sono per saltare il proprio turno di pesca, per far pescare anche la propria carta al giocatore successivo, per rimescolare il mazzo o per guardare le prossime 3 carte (ma se non avete le carte precedenti è un pò come voler sapere di che morte si deve morire). Esiste anche una carta per bloccare l’effetto delle altre carte.
Il mazzo però è pieno anche di carte inutili caratterizzate solo da colori e illustrazioni. Queste tornano utili, oltre che per mascherare le vostre reali capacità di rispondere a degli attacchi, attraverso regole poco usate in partita ma comunque vitali nei meccanismi del gioco:
– se scartate 2 carte uguali potete indurre un giocatore a donarvi una delle proprie carte a scelta (praticamente utile solo se ha una singola carta in mano e pensate sia buona);
– se scartate 3 carte uguali potete indurre un giocatore a donarvi una delle proprie carte a caso;
– se scartate 5 carte diverse potete indurre un giocatore a donarvi una carta del tipo da voi richiesto.
Lungi dal capovolgere la semplicità del gioco (visto che l’85% delle volte che tenterete di usarle non vi serviranno a niente) queste ultime regolette talvolta creano situazioni interessanti dove un barlume di strategia sembra far capolino nel mare di alea che domina sul gioco (perché le carte buone devi comunque pescarle per poter combinare qualcosa che non sia pescare e pregare).

C’è altro che ci hai tenuto nascosto?

Certamente! Visto che il gioco ha raccolto una marea di soldi per un gioco composto da un mazzetto di carte con illustrazioni monocromatiche sul cui gusto eviterei di discutere lasciandovi giudicare dalle foto, gli autori si sono trovati nella condizione di fare almeno finta di spenderli. Quindi, volendo immagino conservare le illustrazioni fatte da un conoscente stretto del designer invece che sostituirle con altre a colori fatte meglio hanno optato per una scatola che miagola tramite un meccanismo a fotocellula quando si apre (o quando qualcuno ci passa una mano sopra). Giusto per incrementare l’avversione verso i gatti dei giocatori prima della partita.
Visto il successo dell’iniziativa è anche disponibile un’espansione scherzosamente vietata ai minori per le illustrazioni fintamente spinte che, lungi dal rovinare l’equilibrio del gioco proponendo carte con nuovi effetti, propone invece un’esatta e intera copia del gioco base con le sole (orribili) illustrazioni a differenziarsi.

Ok. Ma diverte almeno?

Purtroppo mi tocca dire di sì. E’ così stupido da riuscirci. Non per molto, immagino, ma qualche sorriso l’ha strappato nel paio di partite fatte per le situazioni che si venivano a creare. Vorrei dire che ovviamente non lo tireremo mai più fuori dall’armadio ma temo che vista la durata il proprietario lo proporrà altre volte giusto per farne provare a tutti gli amici il brivido. E qualche minuto e un paio di criceti a elaborare le strategie possibili non si negano.

 

Nota postuma a margine per amore di cronaca: mi riferiscono che le illustrazioni sono opera di tale Matthew Inman, famoso autore di “The Oatmeal”, che dicono essere un sito di webcomics che è diventato un fenomeno di costume e che il gioco ha venduto tanto proprio per quello. Buon per loro allora. Bel modo di vendere illustrazioni, se questo era il senso del gioco. Ciò non cambia assolutamente nulla per quanto riguarda il mio mancato apprezzamento del suo lavoro. Non che non gli riconosca un tratto caratteristico e deciso, professionale ma… avrei comunque preferito uno stile diverso.