Diciamo subito che la risposta, in un mondo ideale è “decisamente no”. E’ ingiusto perché in una sola partita non si potrà mai giudicare a fondo la reale profondità di un titolo impegnativo, né se il divertimento di un gioco leggero nelle regole resiste nel tempo viene subito a noia.
Detto questo sono costretto a notare che gran parte dei giocatori, me compreso, lo fa lo stesso. Ciò perché non siamo in un mondo ideale che sforna il giusto numero di giochi ma in uno dove il mercato ne sforna ben oltre il provabile.
Per chi cerca di stare alla pari con le uscite che il mercato propone viene automatico, dopo la prima partita, catalogare il gioco provato in una delle 3 seguenti categorie:
– “questo anche mai più”;
– “questo lo riproveremo seriamente ora che abbiamo capito come funziona”,
– “questo mi piacerebbe riprovarlo al più presto”.
Se fino a 10 anni fa un gioco non ci si rassegnava ad una prima impressione negativa, cercando di capire se si fosse sbagliato l’approccio o anche solo i compagni di gioco, perché comunque di giochi non ne avevamo moltissimi e buttar via i soldi spesi pareva brutto; ora pare brutto buttar via il tempo libero riprovando un gioco che proprio alla prima partita non ci è piaciuto. A volte basta anche solo il giudizio negativo di qualche compagno di gioco abituale a relegare un gioco nell’armadio dopo una singola partita.
Tutto ciò è profondamente ingiusto.
Ma è altrettanto ingiusto lasciare dei giochi non provati fra quelli comprati da noi o dalla nostra cerchia di amici. E ogni partita in più fatta al gioco che non ci ha minimamente colpito, per non dire di peggio, è un’ingiustizia nei confronti degli autori delle decine di giochi che ancora non abbiamo provato, che potrebbero aver sfornato opere infinitamente più meritevoli di quella che tanto affrettatamente abbiamo giudicato.
Quindi ritengo che, benché giudicare un gioco dopo una singola partita sia un male, ciò possa essere considerato il male minore.
Quello che ora ci si può chiedere è se sia lecito scrivere e rendere pubblici questi giudizi “affrettati”.
E’ assolutamente normale fra amici, in chat, forum o di persona, chiedersi pareri sui titoli giocati e ognuno dà la sua sentita opinione per quello che ha percepito. E’ irrilevante il fatto che sia la prima partita. Una partita è sempre meglio di nessuna partita e per il giocatore che ascolta il parere può comunque essere interessante.
Per lo stesso principio non vedo motivo per cui non debba essere lecito pubblicare la propria opinione (purché ovviamente ben motivata e non spacciata come risultato di diverse partite al titolo in questione). Se non si ha intenzione di riprovare il gioco oggetto dei propri giudizi, fra l’altro, quelli espressi rimarranno comunque le proprie opinioni definitive. Se ci si astenesse nessuno parlerebbe mai (male) dei giochi peggiori (o trascurabilissimi); le uniche informazioni in merito sul web rimarrebbero i comunicati stampa, le pubblicità e gli unboxing e la gente dovrebbe rassegnarsi a comprare giudicando i prodotti dalle regole (i più accorti) o… dalle foto di grafica e miniature.
Secondo me è bene, per noi recensori, distinguere tra “prime impressioni” (ho provato il gioco e …) o recensioni e, anche in questo caso, è bene dire quante volte si è giocato … è un dato che io di solito metto nelle mie recensioni (giocato 1 volta, più di 5 volte, più di 10 volte)
Liga
Personalmente reputo bello e interessante vedere l’evoluzione di un giudizio dopo una partita, la prima vittoria, alcune partite, tante partite.
Il problema è quando si crede di aver capito un titolo prima del dovuto.
Ma chi lo dice che non si possa giudicare un gioco anche basandosi solo sulle prime impressioni? E cambiare opinione con il passare del tempo (sia in meglio sia in peggio)?
Mi piace il concetto di “dopo la prima vittoria” 🙂
Anche perché spesso vuol dire “dopo (che si crede di) aver capito bene come approcciare il gioco”.
Sarebbe da aggiungere anche “dopo aver preso la prima batosta”, perché spesso la gente non vede i lati negativi del gioco finché il gioco non glieli sbatte in faccia nella serata sbagliata. E’ormai difficilissimo che mi succeda. Al massimo mi si smorza l’entusiasmo per le meccaniche nuove e ne intravedo la ripetitività per mancanza di varietà nelle strategie possibili.