Autore italiano per Dogs of War (Cool Mini Or Not, Pendragon Game Studio, Asmodee, 2014), appariscente titolo per 3-5 giocatori, dai 14 anni in su, della durata dichiarata di 75 minuti.
Paolo Mori ha mescolato meccaniche di piazzamento lavoratori con maggioranze e apprezzamento delle azioni, facendo un uso brillante delle alleanze dinamiche (o meglio di convenienza). Il risultato? Un gioco che risulta piacevole, probabilmente grazie alla sua durata contenuta e all’interessante equilibrio fra le tre principali fonti di punti vittoria, che fa percepire come determinante ogni piazzamento.
Tutto il materiale è contenuto in una grande scatola quadrata.
Aprendola, vi troverete all’interno:
– 1 tabellone,
– 5 schermi personali (con informazioni sulle abilità speciali della fazone, il valore delle carte e la valutazione a fine gioco),
– 36 monete (in due tagli),
– 60 gettoni punti vittoria (in tre denominazioni),
– 1 segnalino indicatore del turno,
– 1 segnalino primo giocatore,
– 72 scudi influenza (12 per casata),
– 6 tessere bonus vittoria della battaglia,
– 6 carte casata,
– 8 grandi carte ordini di battaglia,
– 6 carte sostegno,
– 32 carte tattica,
– 50 carte soldato (di 4 tipi, con distribuzioni differenti),
– 30 busti capitano (6 per ogni giocatore),
– 3 segnalini battaglia,
– 6 stendardi casata,
– il regolamento.
Fra tutti i materiali di Dogs of War, inevitabilmente, le miniature fanno la parte del padrone. Appariscenti, belle, anche se alcune hanno un equilibrio piuttosto precario. Materiali robusti e funzionali per il tabellone e le fustelle. Forse un po’ piccoli gli schermi del giocatore. Finitura liscia e lucida per le carte; piccolo il formato delle tattiche e dei soldati. Non particolarmente leggibili le carte casata, specie in condizioni di illuminazione artificiale. Chiaro e ben scritto il manuale: assai apprezzabile la sezione dedicata all’ambientazione del gioco, che occupa 18 pagine descrivendo storia, usanze e tradizioni delle varie casate coinvolte.