“Dig Mars” di Oliver Sihiveer (Brain Games, 2013): semplice gioco di esplorazione ed estrazione, con una forte componente di opportunismo e collaborazione forzata.
I giocatori si muovono sulla plancia modulare, composta da 16 pile di 3 tessere, cercando di essere i primi a raggiungere una certa quantità di punti vittoria, ottenuti recuperando dalle profondità dei pianeti materiali rari ed artefatti alieni. Ogni giocatore controlla un certo numero di sonde, tutte aventi la stessa potenza di scavo e di estrazione. Durante il proprio turno il giocatore esegue tre azioni, scelte fra le quattro possibili (muoversi, scavare, recuperare materiali, incrementare le proprie capacità di estrazione/recupero/numero di sonde controllate).
Le operazioni di scavo e di recupero richiedono una capacità minima di trivellazione ed estrazione indicate sulle tessere. Esse possono essere effettuate sfruttando la presenza delle sonde degli avversari, che non si possono rifiutare di collaborare, ma che usufruiscono di parte del bottino, se questo è divisibile per il numero di giocatori presenti. Il costo di avanzamento delle proprie capacità è pagato in punti vittoria, richiedendo quindi un compromesso fra la necessità di avanzare e il rischio di rimanere indietro nella corsa versoil raggiungimento dell’obiettivo.Diventano necessari accordi e opportunismi per cercare di strappare la vittoria.
Un gioco semplice, veloce (una partita dura circa 30 minuti), che funziona al meglio in 3 giocatori. I materiali sono di buona qualità, ma al gioco manca quel “quid” per distinguerlo dalla massa di giochi simili: non offre niente di partecolarmente innovativo. Un onesto prodotto da giocare un paio di volte, e poi riporre sulla parte alta dello scaffale.
Il fatto che chi è presente contribuisce comunque alle operazioni e ne approfitta sbilancia troppo verso un approccio opportunistico. Sbaglierò ma a mio avviso sarebbe sufficiente permettere al giocatore di turno scegliere di avvalersi o meno dell’aiuto di altri giocatori presenti e più nello specifico anche di quali nel caso fossero più di uno. Chissà cosa ne uscirebbe fuori.
Così com’è voto 6