“David & Goliath” di Reinhard Staupe ( Berliner Spielkarten, Pegasus Spiele, Playroom Entertainment, 1998): si tratta di un gioco di carte a prese (trick-taking) con un interessante modifica sia in fase di presa che di valutazione. Il mazzo è composto da carte in 5 semi, in quantità variabile a seconda del numero di giocatori.
La meccanica del trick-taking è caratteristica di molti dei giochi di carte tradizionali: si tratta di tutti quei giochi dove a turno i giocatori, seguendo opportune regole, prendono dalla loro mano una o più carte e le depongono sul tavolo. Quando tutti hanno giocato, viene determinato il “vincitore” della mano che si prende tutte le carte. Quando i giocatori hanno esaurito le carte della loro mano il gioco finisce e viene valutato un punteggio sulla carte prese. Sono, ad esempio, giochi di trick-taking la briscola, il bridge, la scopa, il tressette.
Nel caso di David & Goliath, il giocatore di mano gioca una carta di un colore, e tutti gli altri giocatori devono giocare carte dello stesso colore, se è in loro facoltà. Il giocatore che gioca la carta di valore più alto (indipendentemente dal colore) prende le carte di tutti gli avversari, mentre la sua carta va al giocatore che ha giocato la carta più bassa. In ogni mano, quindi, sono due i giocatori che guadagnano carte: Davide (che prende Golia, la carta più alta) e Golia. Tutte le carte prese sono sempre tenute scoperte (e raccolte per colore) davanti a sé. Ciò che contraddistingue il gioco è il metodo di calcolo del punteggio finale. Per ogni colore, se un giocatore ha due o meno carte, ottiene tanti punti vittoria quanto è il valore nominale delle carte di quel colore (e.g., un “8” e un “10” valgono 18 punti vittoria); se le carte in quel colore sono più di due, allora totalizza un punto vittoria per carta. La tensione del gioco sta quindi nel cercare di prendere, almeno per qualche colore, un numro limitato di carte di valore elevato. Cosa che diviene per niente semplice nel momento in cui i giocatori non hanno più da rispondere a colore e possono giocare quello che vogliono…
Benché sembri vecchia e oramai consumata, la meccanica di trick-taking è tutt’ora asssai sfruttata da game designer più o meno famosi: anche allo Spiel 2013 sono stati presentati svariati titoli nel genere, fra cui vale la pena ricordare: “UGO!” di Ronald Hoekstra,Thomas Jansen e Patrick Zuidhof; “You Suck” di Ted Alspach; “Ebbes” di Klaus Geis; “Cinque Cetrioli” rielaborazione del classico scandinavo “Agurk” e “S-Evolution” di Jean-Michel Maman.