Cyclades è uno di quei giochi di cui lessi le regole e, valutatele, le buttai sicuro che non mi sarebbero più servite: non poteva essere un bel gioco. Poi il tempo passa, la memoria di ciò che avevo letto svanisce e le voci di gente che lo trova un bel gioco inficiano le mie solide convinzioni. Così quando Alessandro propone di sverginare l’integrità della sua scatola e di provarlo con gli occhioni da gatto con gli stivali non riesco neanche ad essere insofferente nell’accettare di buon grado di provarlo. E così è stato.
Il gioco in breve
Come vedete dalla foto avete un arcipelago di isolette che potete considerare come una serie di territori quasi confinanti. Quasi perché serve avere una o più flotte a fare da ponte perché lo siano veramente. Su queste isolette ci sono spazi dover poter collocare degli edifici e/o una metropoli. Scopo del gioco è possedere 2 metropoli alla fine del turno. Per farle occorre possedere (e sacrificare) i 4 diversi tipi di edifici possibili, oppure sacrificare 4 filosofi, che non aspettano (e non servono a) altro. Certo 4 muratori bergamaschi probabilmente avrebbero tirato su una metropoli più facilmente e con meno sacrifici, ma al tempo non esistevano ancora e le città toccava tirarle su a parole.
L’altra possibilità, più comoda, è quella di spazzare le metropoli costruite dagli altri giocatori.
Tutto il gioco gira intorno a 5 dei, da accaparrarsi ogni turno tramite un’asta (la corruzione al tempo era probabilmente istituzionalizzata, soprattutto nelle altissime sfere dell’Olimpo). Uno è il dio di chi si accontenta di spendere pochi soldi per migliorare la sua situazione economica. Ognuno degli altri 4 permette di costruire un diverso edificio (porto e forte che aiutano in battaglia, tempio che dà sconti per reclutare unità leggendarie e accademia che… non serve a una cippa) e di fare un’azione. Ares e Poseidone permettono rispettivamente di creare e muovere fanti o navi. Atena e… quello viola, invece, fanno pescare carte filosofo o sacerdote. Mentre dei filosofi abbiamo già detto che sono persone così inutili da dover essere sacrificate se arrivano in numero di 4 per ottenere una metropoli i secondi forniscono sconti sulle cifre offerte in aste agli dei. Questo si che mi pare appropriato. Il dio che ci siamo aggiudicati per quel turno (niente piedi in due scarpe: adorerete UN solo dio a turno) sancirà anche l’ordine di gioco a seconda della sua posizione sul tabelloncino secondario; ordine che sarà importante anche per dar modo di reclutare le unità mitologiche prima che possano farlo gli altri. Queste ultime hanno vari poteri, spesso ma non sempre inerenti al combattimento e, talvolta, una miniatura d’effetto da collocare sul tabellone. Vi rimarrà in genere però poco: se è un mostro per un solo turno, se è un eroe finché non smetterete di pagarne il congruo mantenimento. L’acquisizione di un pezzo mitologico è nel gioco più una possibilità temibile per il turno in corso da cogliere che una possibilità per rinforzare una qualsiasi strategia a medio o lungo termine. La motivazione che nella partita mi ha spinto a prenderle è sempre stata più quella di levare agli altri la possibilità di farlo loro, più che una reale volontà di averle dalla mia parte.
Come si sviluppa una partita
La cosa che deve esservi ben chiara è che solo un giocatore ogni turno avrà la possibilità di comprare milizie e, contemporaneamente, usarle per attaccare ma SOLO se avrà già posizionate delle navi in modo da rendere una propria isola adiacente a quella che vuole attaccare. E solo un giocatore potrà comprare e posizionare navi per pianificare un attacco futuro… o vanificare la preparazione altrui attaccandone i ponti navali. Non potrete far crescere difese se non aggiudicandovi l’unico dio che permette di attaccare e, quando riuscirete ad aggiudicarvelo, sarà un peccato usarlo solo per innalzare difese. Anche perché vi sarà costato non poco all’asta. Sempre ammesso che vi saranno avanzati abbastanza soldi per farci qualcosa.
Quello che invece quasi sempre potrete fare è comprare e piazzare un edificio, che corrisponde, fondamentalmente, ad un ottavo della vostra vittoria. Col passare dei turni tutti i giocatori si avvicineranno naturalmente alle condizioni di vittoria e il gioco prima o poi sancirà un vincitore. Dopo non molti turni, quando tutti i giocatori o quasi possiederanno una metropoli, ci sarà qualche giocatore che, se non fermato, farà la mossa che gli permetterà di ottenere la seconda (rubandola in genere ad altri) e vincere. Da quel punto in poi scatta il delirio. Se vuoi giocare bene devi sempre essere a conoscenza delle possibilità di ogni altro giocatore. Dovrai sapere, ad esempio, che non devi far prendere Ares a Fabrizio, Poseidone a Enrico e Atena a Samuele. Talvolta qualcuno dovrà pure fare una certa azione, di nessuna utilità o peggio per avvicinarsi alla vittoria, solo per non permettere ad una altro di vincere. E nel farlo devi pure sperare di non essere ostacolato da chi non si è avveduto del pericolo e persegue solo la propria strategia. Oppure ci si metterà a dialogare per convincere gli altri che Samuele sta per vincere e che Riccardo deve intervenire in tal modo. Ma a quel punto rischia di vincere Alessandro! Proprio quello che non vorrei mai veder accadere in un gioco. Ma l’alternativa è che il vincitore sia colui che sta vincendo senza che gli altri se ne accorgano e si organizzino per fermarlo. In effetti io ho vinto giusto perché Alessandro non si è avveduto delle mie possibilità e nessuno gliel’ha (per fortuna) fatto notare. Mi sento a questo punto di precisare che noi stavamo giocando in 5 e che le suddette valutazioni sarebbe state molto meno pesanti e caotiche con un numero più limitato di giocatori (2 o 3), rendendo magari il gioco più apprezzabile. Ma se mi si permette di giocare in 5 io pretendo di poterlo fare con soddisfazione. Soprattutto in un momento dove i giochi che permettono più di 4 giocatori sono sempre più rari.
La goccia che fa traboccare il vaso
Per finire nella miscela che fa girare il gioco vi è da inserire la presenza dell’alea. Le battaglie si svolgono infatti lanciando un dado (un dado a sei facce calmierato per avere solo 4 risultati, di cui 2 più probabili) per ogni parte e sommando il proprio numero di truppe (+ punti bonus dei forti o porti). Chi fa meno perde un pezzo e può ritirarsi tramite un eventuale ponte di navi. Se si pareggia entrambi perdono un pezzo. Le battaglie possono protrarsi fino all’annientamento di una delle due fazioni, se nessuna delle due fazioni si ritira.
Quindi nelle rare invasioni che si riescono a fare non c’è neanche la certezza del risultato e potrebbe pure finire che uno vinca tramite un attacco quasi suicida che gli altri giocatori gli permettono perché dal successo altamente improbabile.
Prima di mandarlo all’inferno abbiamo scomodato pure Hades
Nel caso che qualcuno pensi che l’espansione migliori le cose parliamo pure di quella, visto che l’abbiamo integrata (anche se, credo, solo in parte: ho solo giocato ciò che mi hanno proposto). La cosa migliore di questa è senza dubbio il dio Hades stesso, che si presenta alle aste casualmente ogni tot turni a sostituire un collega. Costui permette di reclutare e muovere fanti e navi fantasma che spariscono a fine turno. E’ interessante perché movimenta un attimo il gioco permettendo di collocare navi a mo’ di ponte ed usarle per attaccare nello stesso turno, regalando, fra l’altro, un turno in cui potrebbero esserci ben DUE invasioni (se il dio che va a sostituire non è Ares e se qualcun’altro ha le navi già posizionate e gli viene lasciata la possibilità di gestire Ares). La presenza contemporanea di due dei che permettono di attaccare, fra l’altro, permette ai giocatori che vogliono farlo di far rimbalzare la propria offerta all’asta fra uno e l’altro (il gioco non permette di rilanciare sullo stesso dio subito quando ti superano con l’offerta) per essere sicuro di attaccare senza sprecare soldi in rilanci eccessivi. Il lato negativo è che le possibilità di “scacco matto” con mossa a sorpresa aumentano.
L’espansione poi colloca un secondo dio “ausiliario” di fianco ad uno degli altri, con poteri da sommare al primo, rendendo uno degli altri quattro più appetibile. In genere questo dio regala anche una carta sacerdotessa, utile per rimandare di un turno la dipartita di fine turno di una creatura mitologica o pagare il costo di mantenimento di un eroe. utile e carino, anche se non risolve i “problemi” (fra parentesi perché potrebbero non esserlo per sensibilità diverse) che affliggono il gioco. Quindi l’espansione è consigliabile, se a voi invece il gioco piace.
In conclusione…
darei anche questo gioco al gatto, che si divertirebbe molto con le bellissime miniature malsfruttate, se il proprietario del gioco me lo permettesse…
…oppure lo userei con un numero di giocatori decisamente più contenuto, cosa che potrebbe pure risultare sorprendentemente piacevole, se avessi il coraggio di sperimentarlo dopo questa prima partita (Comunicazione privata: no, Alessandro, non vuol dire che la prossima volta che siamo in 3 lo riprovo volentieri, ma solo che mi sacrifico volentieri in previsione di un tuo sicuro sacrificio futuro con altro scenario di Le Case della Follia).
…di diritto nei primissimi posti dei giochi più sopravvalutati. Se la gioca con Eclipse 😛
Ecco. Il tuo commento mi preoccupa alquanto. Perchè Eclipse sta facendo la stessa strada: letto, buttato le regole, sentito parlar bene, un amico l’ha comprato e… mi sa che presto mi tocca scoprire se anche stavolta ci avevo visto giusto io o…
caro frabrizio (redatore del feedback li sopra) ,sinceramente, sentirmi dire da uno che non ha capito niente del gioco che il gioco stesso fa schifo,non mi cala. sarà che ci avrai giocato una volta sola, ti assicuro che giocare in meno di 5 persone fa schifo e poi le miniature (quelle che si prendo dal mazzo sopra ai dei ) sono le uniche cose che ti posso portare a diversissimi modi per vincere.
Se posso dire la mia: ciclades è un bellissimo gioco da tavolo ed intrigante visto la vastità dei modi diversi per il quale si può arrivare alla vittoria (senza che si bisticci tra amici visto che tra tutti i giochi da tavolo non ce nè uno che a fine partita devi ostacolare quello più avanti per non farlo vincere).
Hai sintetizzato alla perfezione il problema che vedo nel 90% dei cooperativi e in giochi con forte elemento politico, a-la Trono di Spade, Warrior Knights, Twilight Imperium 3, e via dicendo. Sono tipologie di giochi che evito come la peste, odio dovere essere costretto a mazzulare il giocatore X per impedirgli di vincere quando con la mia mossa vincerà il giocatore Y. Cosi come odio ancor di più i finti cooperativi come Le Case della Follia o La Furia di Dracula dove un giocatore del team guida gli altri alla strada migliore per stanare l’altro giocatore.
Aggiungo il mio IMHO, trattandosi di gusti personali. Vedo che ancora ti ostini con Le Case della Follia però caro Aspesi… 🙂
Ha degli elementi interessanti. Mi spiace accantonarlo. Mi rimane la speranza…
Purtroppo la descrizione del gioco offerta da Fabrizio è scritta con un sentimento di disprezzo ma devo ammettere che è comunque realistica… 🙁
Ciò non toglie che il gioco è bello (cioè la componentistica è bella da guardare) e che nonostante tutto ci giocherei ancora volentieri (basta che tutti siano consapevoli di ciò a cui vanno incontro).
Si dovrà giocare infatti a cuor leggero (come va, va…) ma anche con impegno (visto le azioni lente e ponderate e l’assoluta attenzione che bisogna dare all’altro che può vincere).
Dai, almeno è un gioco ove non si può fare i cavoli propri più di tanto e in cui bisogna molto stare attenti agli altri (tradotto = sacrificarsi a turno per non far vincere chi può… finché si riesce… e poi il gioco finisce).
Ma la prossima volta…
Ma quale prossima volta?!?
Non capisco sinceramente il disprezzo per questo gioco, lo trovo assolutamente strategico con l’unico neo delle due metropoli (risolto da noi aumentandole a tre, cosa che purtroppo allunga terribilmente il tempo di gioco). Per ogni altro aspetto è molto curato, permette di vincere percorrendo varie strade e sfruttando molteplici variabili. Se questo è il pensiero per Cyclades allora non oso pensare a Game of Thrones, lo sotterrate direttamente!
Potevi risolvere il problema riducendola a una 🙂
Caspita. Pensavo di averlo spiegato per bene, il mio “disprezzo” (che, come quasi sempre, non è da intendere come assoluto, ma relativo alla quantità di scelte nell’armadio dei giochi). Non capisco poi a chi ti riferisci quando usi il plurale: il fatto che io la pensi così non vuol dire che il resto della redazione abbia il mio stesso pensiero.
Infine ti dirò invece che Game of Thrones mi piace parecchio, nonostante i difetti di genere a cui si riferisce Alfio, che nessun autore si è ancora premurato di trovare il modo di eliminare (un arduo compito, invero).
Io invece spezzo una lancia a favore di Cyclades.
L’Alea ci sta e chi gioca a questo tipo di giochi la accetta di buon grado.
La meccanica delle aste è interessante e permette di bluffare.
E’ relativamente breve e nessuno può essere eliminato o regnare incontrastato. La vittoria in realtà è sempre in bilico tra due o tre giocatori.
Sconsigliato a chi piacciono le strategie fisse o a lungo termine. A chi vuole avere tutto sotto controllo… e a Fabrizio 😉
A me piace molto il gioco e nel mio gruppo, sopratutto con l’espansione di hades, è molto apprezzato…
Gioco fantastico, giocato un milione di volte dalla sua uscita ( stasera compresa con amici chiedono sempre di rigiocarci ) con e senza tutte le espansioni, hades lo rende più interessante e titans lo rende grezzo per partite più veloci e con più persone. Non ho ancora trovato un degno sostituto per divertimento/strategia/durata media.
Riprovatelo e riprovatelo, a breve uscirà anche “monuments”