In questo periodo successivo alle fiere, sui nostri tavoli girano vorticosamente titoli nuovi, molto spesso destinati ad una platea di giocatori assidui e accaniti. Il sabato e la domenica pomeriggio, tuttavia, capita che i figli chiedano di giocare ad un gioco… Ecco che si presenta l’occasione per rispolverare qualche classicone: di quelli per bambini, comprati con largo anticipo (perché non si sa mai, potrebbe uscire di produzione!), giocati un paio di volte e poi messi lì, sullo scaffale, ad attendere che gli interessati raggiungano l’età minima consigliata. Domenica scorsa è stato il turno di Burg Appenzell (noto anche col nome di Château Roquefort).
Il gioco
Burg Appenzell, di Jens-Peter Schliemann e Bernhard Weber (Zoch Verlag, Gigamic Rio Grande Games, 2007) è un gioco per 2-4 giocatori, dai 6 anni in su, della durata stimata di circa 30 minuti. Come spesso accade con i giochi per i più giovani, il titolo utilizza la memoria come meccanica chiave attorno a cui si sviluppa la partita; in questo caso mescolata abilmente con il meno ovvio sistema di punti azione (anche se semplificato al massimo); ma siccome non è ancora abbastanza, alla miscela si aggiunge anche una componente di evoluzione della plancia che media fra Il Labirinto Magico e Il Trabocchetto.
L’ambientazione del gioco trasforma i giocatori in un gruppo di topini che scorrazzano in un castello, alla ricerca delle più prelibate varietà di formaggio, cercando contemporaneamente di non cadere nei fori presenti nei solai. I materiali sono ineccepibili, anche grazie all’utilizzo della scatola non solo come contenitore del gioco, ma come parte integrante della sua esecuzione. Usando un inserto sagomato di plastica, la scatola diviene la segreta di un castello, sopra il quale si trova un sistema di guide che permette lo scorrimento (sotto una plancia munita di fori), di tessere quadrate lungo 9 diverse direzioni. Sulla plancia si appoggiano (a nascondere il tutto) altre tessere, che rappresentano il tetto dell’edificio.
Una partita si sviluppa in turni, in cui il giocatore attivo ha a disposizione 4 punti azione da spendere come preferisce su 3 diverse attività:
– muovere i propri topi, al costo di un punto azione per ogni movimento in direzione orizzontale o verticale. I topi non possono spostarsi su zone coperte da un tetto, e devono terminare il loro movimento in una casella vuota: possono attraversare una casella occupata da un altro topo, al costo di un punto azione. Anche far entrare in gioco (in una delle torri) uno dei propri topi costa un punto azione.
– rimuovere temporaneamente una tessera tetto adiacente ad un proprio topo (orizzontalmente, verticalmente o anche diagonalmente), al costo di un punto azione.
– far scorrere le tessere in una delle guide, utilizzando la tessera aggiuntiva per spingerle nella direzione desiderata. Anche questa azione costa un punto, e può essere utilizzata una sola volta per turno. Alcune tessere sono bucate, e il loro spostamento può causare la caduta di un topo nelle segrete del castello.
Alla fine del turno del giocatore, ogni sezione della plancia non occupata da almeno un topo viene nuovamente coperta con l’apposita tesssera tetto.
Se, in qualsiasi momento (anche fuori dal proprio turno, ad esempio per effetto di uno scorrimento delle tessere) due topi dello stesso colore si trovano su due tessere rappresentanti lo stesso tipo di formaggio non ancora posseduto, il giocatore prende una tesserina corrispondente. Il gioco termina non appena un giocatore ottiene 4 tessere formaggio (vincendo la parita), oppure quando un giocatore resta con un solo topo in gioco. In questo caso il vincitore è chi, fra i suoi avversari, ha raccolto il maggior numero di segnalini formaggio.
Le impressioni
Burg Appenzell è uno di quei casi fortunati in cui ottimi materiali, una soluzione tecnica ingegnosa ed un’elevata giocabilità (anche fra fasce di età molto differenti) si amalgamano in modo pressoché perfetto. Ne sono riprova l’invidiabile (almeno per un gioco destinato ai bambini) posizione nella classifica di riferimento del mondo geek (in questo momento Burg Appenzell gravita attorno alla posizione 750 nel ranking di BoardGameGeek), così come la messe di premi e nomination che il titolo ha mietuto fra il 2007 e il 2009, fra cui vale senza dubbio la pena di citare le attribuzioni del Deutscher Spiele Preis (categoria gioco per bambini), dell’Essener Feder (migliora stesura del regolamento), del Golden Geek (categoria gioco per bambini) e dell’As d’Or (categoria gioco per bambini).
La presa sui bambini è pressoché istantanea: la simpatia dei protagonisti (i cui materiali sono comunque cambiati da edizione in edizione – i miei sono di porcellana colorata), l’idea di giocare in un castello fatto con lo stesso contenitore, la possibilità di attaccare le pedine degli altri facendole cadere nelle segrete li attrae in modo irresistibile. Il gioco si spiega rapidamente, e alcune meccaniche sono da subito perfettamente chiare. Come adulto, è apprezzabile vedere come il loro approccio al gioco varia lentamente ma inesorabilmente via via che iniziano a padroneggiare nuove abilità: giocato inizialmente come puro gioco di memoria e percorso (e utilizzando il movimento delle tessere quasi escusivamente per eliminare le pedine degli avversari), diviene ben presto un gioco di programmazione, non appena diventano chiare le possibilità di risparmiare mosse muovendo i pezzi di formaggio anziché i topi. Un impagabile momento di illuminazione. Fortunatamente, il gioco contiene una componente sufficiente di aleatorietà da permettere anche a chi è meno abile (oppure è rimasto indietro!) di recuperare… così che il bilancio della serata ha visto vincere più volte il piccolo rispetto al grande.
Per dovere di completezza, c’è da dire che il gioco funziona egregiamente anche con un gruppo di soli adulti, meglio se giocatori occasionali: è un’otima occasione di tornare bambini, senza spengere del tutto il cervello.
C’è qualcosa che non va?
Siamo davanti ad un successo a tutto tondo? Quasi. Lo spazio che rimane nella scatola, data la forma dell’inserto, è veramente esiguo. Questo vuol dire che l’unico modo che avete per riporre gli oggetti nella scatola è di metterli nelle segrete, e poi risistemare il gioco come per iniziare una partita. E quando ci vorrete rigiocare, dovrete smontare tutto per recuperare i pezzi, e poi ripreparare…
Ma anche a questo c’è una soluzione: comprare l’espansione, e riporre tutta la componentistica “in eccesso” in quella scatola!