Barcelona: The Rose of Fire di Marco Maggi e Francesco Nepitello (Devir, 2016) ripercorre la storia del capoluogo della Catalogna dal 1860 al 1930, periodo di rapida espansione urbanistica, ricca attività culturale, grande immigrazione e violenta protesta sociale.
Nel ruolo di potenti famiglie, i giocatori collaborano alla costruzione della “Eixample” (espansione oltre le vecchie mura della città, progettata da Ildefons Cerdà), competendo per il prestigio sociale e la ricchezza personale, cercando nel contempo di evitare che scoppi la rivoluzione in città.
Si tratta di un titolo per 2-4 giocatori, dai 10 anni, della durata di 70-90 minuti, a tema costruzione del territorio, incentrato su meccaniche di piazzamento tessere e maggioranze. Il gioco è contenuto nella classica scatola quadrata.
Al suo interno troverete i seguenti materiali:
– 1 plancia di gioco, rappresentante la città vecchia, l’Eixample, la scala del prestigio, oltre ai tracciati contaurni, punti vittoria e disagio sociale.
– 4 plance personali / aiuto di gioco;
– 90 tessere città in 3 colori;
– 7 segnalini immigrazione;
– 36 segnalini influenza;
– 9 tessere influenza;
– 1 segnalino Primo Giocatore;
– 4 segnalini punti vittoria;
– 1 segnalino Bomba;
– 80 edifici (di 4 colori, di 4 tipi differenti);
– 80 lavoratori in sciopero (di 4 colori);
– 16 soldati (di colore nero);
– 10 obelischi;
– 4 segnalini prestigio (uno per ogni colore dei giocatori);
– 39 carte Popolarità;
– 36 carte Città;
– 6 carte Prestigio;
– 1 carta Sciopero;
– 2 buste di stoffa (influenza e scioperanti);
– il regolamento.
I materiali di Barcellona: The Rose of Fire sono ottimi, robusti tabellone e fustelle, le carte di grande formato (con finitura liscia e bordi bianchi) sono splendidamente illustrate da David Parcerisa i Ungé. Non particolarmente ben organizzato il manuale, le cui informazioni chiave sono disseminate lungo tutte le sue pagine. Si sente la mancanza di un riassunto organico ed esaustivo della struttura (non semplice) del turno di gioco.
Se volete sapere qualcosa di più su Barcelona: The Rose of Fire, potete leggerne una recensione su ILSA #42.