Col gioco da tavolo sugli Avengers la Clementoni tenta di mettere a conoscenza della gente comune il fatto che esiste un sistema di gioco dove i giocatori non si affrontano a vicenda, ma possono invece collaborare per un obiettivo comune… e gli fa seguire una versione avanzata dove invece ci si contende la vittoria ai punti.

Avengers in breve

Ognuno dei giocatori impersona uno dei 4 più famosi vendicatori (Iron Man, Hulk, Thor e Capitan America). Insieme devono eliminare 8 nemici prima che il mazzo di carte evento finisca. Lo fanno muovendo la loro pedina continuamente in senso orario su un percorso chiuso e senza bivi di 28 caselle, ognuna delle quali con un effetto speciale. In fase di movimento l’unica scelta del giocatore è fra tirare uno o due dadi a sei facce per muoversi più o meno velocemente. Lungo questo percorso possono raccogliere dischetti rappresentanti i segni distintivi dei 4 eroi fermandosi sulle apposite caselle. L’eroe che si ferma sulla propria casella ne pesca ben due. Questi segnalini in specifiche combinazioni permettono di affrontare i nemici, rappresentati da carte, posizionati sul tabellone quando passano loro di fronte. Il combattimento è un semplice confronto fra 2 dadi da 6 dove quello blu rappresenta gli eroi e quello rosso i cattivi. Se il blu è più alto l’eroe vince e si aggiudica la carta, scartando i dischetti che gli sono stati necessari per iniziare lo scontro. Se invece è il dado rosso ad essere più alto il giocatore scarta un disco a caso fra quelli in suo possesso e ci ritenterà in futuro.12058 fondo

Oltre alle caselle per far pescare i dischetti sul tabellone ne esistono altre che permettono di:

  • volare su qualsiasi casella del tabellone;
  • scambiare dischetti con un altro giocatore;
  • pescare una carta Evento.

Queste ultime regalano in genere effetti speciali di movimento e pesca dischetti, a cui si aggiunge qualche carta che fa invece perdere un turno o un dischetto, ma sono infinitamente più importanti per il fatto che quando l’ultima sarà pescata il gioco finirà con la sconfitta degli Avengers.

Nella versione completa del gioco se i Vendicatori arrivano a vincere vengono anche affidate ad inizio partita 3 carte missione che prevedono l’eliminazione di uno specifico nemico o la detenzione della maggioranza di dischetti di un certo tipo che assegnano punti se realizzate durante il gioco. Questi punti, sommati a quelli guadagnati sconfiggendo normalmente i nemici sanciranno alla fine del gioco quale eroe è il miglior Avenger e quindi quale giocatore vincerà la partita.

Mezza pagina di regole avanzate infine ci permettono di scartare dischetti per aumentare di uno il punteggio del dado blu in combattimento (rendendo la vittoria collaborativa del gioco decisamente più facile) o di scambiare dischetti “col banco” invece che con gli altri eroi con un rapporto di 2 ceduti per uno guadagnato.

Un’ultima nota di colore la danno i poteri speciali che differenziano i 4 eroi: Iron Man vola su una casella a piacere quando arriva su una delle 4 caselle di partenza, Capitan America seleziona fra 2 le carte evento che pesca, Thor pesca un dischetto invece di scambiare (mica che si abbassi a trattare con gli umani, il simpaticone) e, infine, Hulk… spacca (aggiunge uno al lancio del dado blu in combattimento)! Niente di esagerato ma apprezzabile inserimento di un elemento di caratterizzazione dei pezzi.

Considerazioni

La scelta di lanciare uno o due dadi è raramente apprezzabile per un bambino (infatti chiedono a me o li lanciano d’istinto). Teoricamente la userebbe per arrivare più velocemente dove gli serve ma il più delle volte non si riesce a finire il giro del tabellone senza cadere prima su una casella che ti fa volare esattamente dove vuoi. Le caselle poi si ripetono negli effetti costantemente e la probabilità di incappare su una casella di un certo tipo è in genere identica lanciando uno o due dadi (soprattutto per cercare di evitare di atterrare sulle caselle evento). Trovo sarebbe stata più tatticamente molto più divertente, senza incrementare la difficoltà del gioco, una distribuzione asimmetrica del percorso con zone più preposte a certi compiti che altre. Così è un poco un gioco che si gioca da solo, con le vere scelte che si hanno quando si ha l’occasione di volare dove si vuole.

Per un bambino, soprattutto per quelli che non hanno troppa voglia di pensare, rimane comunque divertente nel veder rotolare i dadi e succedere cose, tifando tutti per lo stesso obiettivo. Tanto che quasi preferisco giocarlo nella versione non competitiva, visto che l’aggiunta degli obiettivi non mi pare aggiunga chissà che dose di divertimento: meglio lasciar vincere tutti. Belle le opzioni avanzate… che però non vedo perché non inserire direttamente nelle regole invece che relegarle ad un’appendice delle stesse!

Colloquio a tu per tu con l’autore con le solite considerazioni eccessivamente pretenziose per un gioco di tale target e costo

Ma… hai notato che bandiera c’è sullo scudo del Cap? AMERICANA!

E io un gioco di stile americano mi aspettavo! Mi aspettavo di menar le mani, prender botte, sparare missili, fare cose epiche, insomma! Anche solo perché scritte su una carta! La licenza per fare un gioco sui Vendicatori è strepitosa e le idee a cui attingere dall’universo Marvel sono molteplici. Avrei voluto, chessò, nemici con poteri speciali scritti sulle loro carte e magari punti deboli da colpire con un dischetto specifico per eliminarli senza tirare il dado. Avrei voluto, come Avengers, rischiare di andare K.O. per una serie di sconfitte o per una bella tosta per poi riprendermi e riiniziare a lottare, avrei voluto edifici che andavano distrutti, gente da salvare e cose del genere. Non era importante bilanciare il tutto (tanto anche ora dipende solo da quante volte si finisce su una casella evento), bastava fosse divertente da vivere. Un gioco grettamente divertente. Pim pum pam. Così io intendo un gioco sui Vendicatori. E mancava, tra l’altro, un gioco così, nel panorama dei giochi da tavolo “da supermercato”. Così è l’ennesimo gioco tedesco dove raccolgo oggetti per soddisfare una richiesta, come se i nemici fossero navi e le abilità degli eroi merci da caricarci sopra per farle partire. Fra l’altro ricorda spaventosamente “la Torre degli Incantesimi”, che pure mi era piaciuto, nella sua leggerezza.