Prima o poi i titoli di Feld li provo tutti. Raramente non mi piacciono. E così infatti è stato anche con Amerigo. La sensazione che ho avuto, però, è di non aver potuto scegliere realmente granché. Né di potermi impostare strategie che non siano elementari.Ma andiamo per ordine e cominciamo con una bella…

Descrizione sommaria del gioco

Il gioco prevede che i giocatori diano del loro meglio in 35 mosse, divise in gruppi di 7, alla fine di ognuno dei quali si confronteranno il loro valore cannoni con quello dei pirati, per vedere se perderanno qualche punto.

All’inizio di ogni turno il primo giocatore, che è colui più avanti in un apposito tracciato come succede spesso nei giochi di Feld, prende un gruppo di cubetti di un unico colore e li fa cadere attraverso una torre (già famosa per giochi come Wallenstein e Shogun) che tende a trattenerne alcuni e a farne cadere altri trattenuti in passaggi precedenti. Otterremo così un certo numero di cubetti di diverso colore, di solito con una maggioranza del colore di quelli appena inseriti in gran numero.

Ogni colore uscito permette ai giocatori di scegliere un’azione, che verrà svolta con un numero di punti azione pari al maggior numero di cubetti di un singolo colore uscito (che non deve necessariamente essere lo stesso dell’azione che sceglieremo). I giocatori non si rubano azioni a vicenda rimuovendo cubetti: tutti avranno le stesse possibilità di azione… e spesso coglieranno esattamente la stessa possibilità offerta dal set di cubetti, anche se l’ordine di turno potrebbe scoraggiare gli ultimi a raccattare gli avanzi dei primi e farli invece decidere per mosse alternative.

Le azioni sono di ben sette tipi: muovere le proprie (due) navi, comprare cannoni, progettare edifici, svilupparsi tecnologicamente, acquisire mercati per le merci che troveremo sul tabellone, costruire sulle isole gli edifici prima progettati, avanzare nel tracciato “primo giocatore” o utilizzare un’azione speciale dettata dal colore su cui è ferma la nostra pedina su quel tracciato. Vi viene già l’acquolina in bocca a sentire il “profumo”  di avanzamenti tecnologici, esplorazione e costruzione di edifici eh? 🙂 Beh, vi conviene farvela passare perché il tutto è molto più semplice e lineare di quello che sembra. Il profumo basterà per farvi divertire, ma non aspettatevi una gran porzione d’arrosto.

La carne al fuoco

La partita si svolge su un tabellone composto da un insieme di tessere quadrate e quadrettate assemblate casualmente che andranno a formare un arcipelago di isole e si riassume nel mandare le vostre navi su apposite caselle approdo per poter mettere una casetta sull’isola in questione allo scopo di poterci poi costruire adiacentemente degli edifici, rappresentati da polimini (tipo quelli di Principi di Firenze) da prendere precedentemente in mano attraverso l’apposita azione, allo scopo di far punti. Che saranno maggiori se l’isola è composta da almeno 20 spazi e che verranno integrati da bonus per chi porrà il pezzo che saturerà tutti gli spazi disponibili dell’isola. Per non lasciare le isole vuote Feld ha provveduto a mettere dei simboli risorsa che, se coperti dal vostro edificio, vi faranno ottenere dei segnalini merce. Nella partita che abbiamo fatto tutti gli spazi sul tabellone sono stati coperti e, anzi, si è arrivati spesso a piazzare i propri pezzi con fare ostruzionistico (puoi piazzare edifici solo adiacentemente a tuoi pezzi sull’isola) per fare in modo che gli avversari piazzino meno pezzi possibili sulle isole sulle quali siamo approdati. Tutto il resto è contorno, sughetto per allungare il brodo e stuzzichini per non rimanere senza niente da fare mentre i più abili (voglio sperare, ma in realtà non vedo grossi meriti o errori nelle azioni che abbiamo fatto che ci distinguano) si spartiscono gli spazi edificabili delle isole maggiori. Non vi dico ciò con sicurezza, badate bene: io ci ho solo fatto una partita e qui vi illustro solo le mie sensazioni che, anzi, aspettano conferme o smentite nei vostri commenti, ma a sostegno delle mie ipotesi vi porto le seguenti prove a supporto.

Sughetto per allungare il brodo

Cominciamo col dire che per costruire dovrete fare due azioni diverse dove ogni altro gioco ve ne farebbe fare una: con la prima prendete in mano l’edificio mentre con la seconda lo calate. I pignoli ora mi faranno notare che in realtà prendi in mano più edifici (in numero determinato anche dai punti azione spesi) e che calerai più edifici (in numero determinato bla bla bla), ma la realtà è che esistono 2 “depositi” di edifici. Il primo è accessibile solo a voi ma contiene solo edifici che vi frutteranno solo 1 o 2 punti (di solito 1 perché li useremo sulle isole piccole), mentre il secondo è comune e contiene edifici che vi possono fruttare fino a 15 punti ma da cui si può prendere solo un edificio a mossa! Da questi edifici in comune con gli altri giocatori ricaverete il maggior numero di punti vittoria. Piazzando questi pezzi otterrete poi gli altri ingredienti del sughetto: le merci. Dovendo scegliere fra uno spazio vuoto e uno che vi regala una merce ovviamente sceglierete il secondo. Queste merci a fine gioco andranno a fare da moltiplicatore per i tasselli mercato dello stesso tipo che acquisirete nell’apposita fase (anche se uno ve lo danno in partenza). Vi potrà sembrare una gran cosa ma tenete conto che, impegnandomi, sono riuscito al massimo a raccogliere 5 tasselli dello stesso tipo. Ciò vuol dire che, ammettendo che gli altri giocatori me lo permettano, potrò ottenere al massimo 5 punti da ogni tassello mercato dello stesso tipo acquisito. E 5 punti sono veramente poca roba per ripagare lo sforzo. La realtà è che si acquisiscono tasselli di questo tipo giusto perché non c’è di meglio da fare.

Contorno

Non ho mai visto durante la partita qualcuno contento di acquisire cannoni. All’inizio li si prende spesso giusto perché i cubetti e il nostro ordine non ci permettono di meglio. Male che vada perderemo quei 2/4 punti del valore dei pirati che probabilmente avrete recuperato con l’azione che avete fatto al posto di questa. Più avanti nella partita invece le penalità per non aver preso abbastanza cannoni si faranno più pesanti… ma di pari passo sarà più pesante anche inseguire il valore adeguato, per poi vederlo azzerato al primo combattimento!

Ma parliamo invece delle tecnologie. L’apposita mossa permette di far avanzare un nostro pezzo su un’apposito tracciato che, periodicamente, ci dona una tecnologia, oltre che un numero progressivamente più alto di punti vittoria. In giochi di un certo peso intorno al concetto di tecnologia gira spesso l’impostazione di una strategia, spingendo il tuo gioco verso una direzione ben precisa per far fruttare il bonus acquisito, che ti differenzia dagli altri. In Amerigo invece il più delle volte acquisisci un bonus di 1 o 2 punti azione in un’azione specifica. Potrebbe anche non sembrare male, ma la realtà è che spesso quei punti in più non sono necessari: presto si smetterà di navigare oppure il prossimo porto da raggiungere è decisamente vicino, costruire di più è inutile perché non ho comunque edifici da parte, acquisire più edifici sarà inutile perché  comunque sono interessato soprattutto a quello nella riserva comune e più d’uno non ne posso prendere, etc. seguito da altri bonus che non abbiamo nessuna voglia di acquisire veramente. Niente che veramente ci sposterà più di 5/6 punti sul totale della partita (che, per capirci, è finita col primo giocatore intorno ai 180 punti) anche se, appunto, fanno contorno e avendoli cercheremo comunque di farli fruttare. A parte il primo paio di step sul tracciato facilmente raggiungibili anche qui raramente ci si dannerà l’anima a scegliere l’apposita azione se non obbligati dalla carenza di alternative (anche se ve lo dice uno che ha portato a casa 15 punti per aver completato il tracciato giusto perchè mi ostinavo a far fruttare un bonus di UN punto sulla ricerca).

Stuzzichini per non rimanere a bocca asciutta

Amerigo permette ai giocatori di convertire in soldi quei turni dove riteniamo di non aver niente che valga la pena scegliere. E i soldi, oltre a valere punti vittoria a fine gioco, permettono, spendendoli, di incrementare il numero di punti azione disponibili per l’azione di turno, portando teoricamente una interessante opzione strategica. la verità è però che lo fa al rateo di 3 cubetti inutilizzati per un soldo, rendendo la scelta di sacrificare l’azione quasi sempre poco interessante: inizialmente tutte le azioni hanno una loro utilità e sono da compiere il più velocemente possibile e, quando comincerete ad accumulare soldi, probabilmente già non ci sarà più niente in cui investirli. O perlomeno questa è la mia esperienza, visto che ne ho accumulati 12. Fra l’altro se, oberati da azioni inutili, riuscite a mandare il vostro pezzo oltre la fine di un tracciato, questo vi regalerà 2 monete ogni qualvolta un azione vi permetta di sforare questo limite massimo, a testimonianza del fatto che a fine partita si rischia spesso di rimanere con le mani in mano. Non sono infatti questi piccoli bonus a donarvi i punti che vi servono a vincere: se siete arrivati ad ottenerli probabilmente da qualche parte il vostro gioco è stato fermato dalle altrui ambizioni.

Non fatevi mancare il sale

Quello che è realmente importante nel gioco è il tracciato che determina l’ordine di gioco, che ha addirittura un’azione dedicata con due varianti: nella prima avanzate il vostro pezzo nel tracciato multicolore; nella seconda potete compiere un’azione alternativa (fra le altre 6 che il gioco mette a disposizione) indicata dal colore della casella dove il vostro pezzo è fermo. Se c’è qualcosa che può rendere questo gioco pesantemente competitivo e con scelte strategicamente interessanti ritengo io debba scoprirlo nel far fruttare al meglio questo tracciato, visto che permette al contempo, se ben sfruttato, di fare prima degli altri le proprie mosse (spesso decisivo per prendere i mercati meno costosi o del colore che più ci serve o raccattare le uniche tecnologie decenti fra quelle mostrate) e di eseguire una certa azione più volte degli altri. Su questo cercherò di concentrarmi nella prossima partita, per vedere se oltre al profumo questo arrosto ha anche abbastanza carne al fuoco da impegnare seriamente le mie meningi.