La linea “Mansions of Madness” era silente da un po’ di tempo (“Call of the Wild” era uscito nel 2013), e quindi era lecito aspettarsi una mossa di questo genere da parte di Fantasy Flight Games, ovvero un reboot di tutto, con la trasformazione da gioco a squadre (uno contro tanti) a cooperativo pieno, tutti contro l’app: infatti a seguire il recente trend aperto con Descent (in realtà X-COM prima di lui) e prossimamente seguito da Imperial Assault, il ruolo di antagonista dei giocatori viene interpretato da un software (multipiattaforma, dovete avere Linux o Windows Mobile per essere tagliati fuori). E questo risolve una delle critiche più frequenti rivolte a MoM1, ovvero il fatto che il setup per il Custode era a livello rischio sanità mentale (e bastava sbagliare il posizionamento di una carta per minare le già scarse possibilità di vittoria degli investigatori).

Ma veniamo allo scatolone, formato “grosso” standard, e purtroppo anche il prezzo è formato “grosso” standard, ovvero $99 (probabilmente €99 nella annunciata edizione Asterion).

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Lecito aspettarsi “Learn to Play” e “Rules Reference” separati (20 e 24 pagine rispettivamente) e un minaccioso foglio che intima di scaricare l’app prima di proseguire (brrr).

Mansions of Madness regolamenti

Fustelle di cartoncino in quantità (nove), la maggior parte composte dalle plance delle stanze (il tema è Innsmouth, e quindi troviamo anche moli, spiagge, e vie poco illuminate che puzzano di pesce), e pochi segnalini, anche perché molte informazioni (come i punti vita dei mostri) sono conservate dall’app.

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Carte per gli investigatori (in formato grande) e per oggetti, incantesimi, ferite, traumi, pazzie e condizioni (in formato piccolo), anche qui molto è conservato nell’app (come le informazioni sugli attacchi delle creature); e cinque d8, con facce non standard.

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Le otto miniature degli investigatori, tutti nuovi.

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E i mostri, con la basetta pronta a ospitare la relativa tessera (come in MoM1). La qualità mi sembra aumentata rispetto al predecessore (in realtà gli investigatori mi sembrano invece meno definiti).

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Potreste obiettare: Perché ci sono due Cthulhu? Ma come lettori di Lovecraft dovreste sapere che non avrebbe avuto molto senso la sua presenza in questa scala, e infatti si tratta di due esemplari di Prole Stellare (la piega delle ali ha un po’ sofferto per il poco spazio, ma la plastica può sopportare una “rispiegatura”).

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Infine, in una ziplock troviamo il “Conversion Kit”, ovvero le schede investigatore (16) e le tessere per i mostri (33) per poter riutilizzare quelli presenti in MoM1 e nelle sue due espansioni (“Forbidden Alchemy” e “Call of the Wild”), qualcosa che a differenza di Descent stavolta lo troviamo integrato e non separato. E il motivo di questa integrazione è probabilmente per invogliare (chi non ha l’originale) all’acquisto di due scatole (già annunciate) che contengono solo le miniature e le plance “mancanti”.

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