Il Regno delle Sabbie è un gioco (ideato dal taiwanese Ji Hua Wei e tradotto dall’italiana MS Edizioni) che mi ricorda sia Monument Valley (ma solo per l’isometria) che Uwe Rosenberg (ma qui ci sono solo trimini, ovvero polimini formati da tre quadrati). La struttura è semplice: si piazzano tessere sulla propria plancia cercando di comporre le configurazioni presenti sulle carte (per ottenere la carta stessa, che dà dischetti bonus e punti vittoria); giocandolo in solitario c’è il vincolo fisso delle quattordici mosse, completate le quali si calcola il punteggio (mentre nel gioco standard la partita si conclude quando un giocatore ottiene la decima clessidra, che si trovano su molte carte obiettivo).

Il Regno delle Sabbie

La situazione che si delinea è abbastanza chiara e in effetti in una partita si segue sempre una strada precisa: prima si realizzano le carte di 1° livello per avere qualche dischetto bonus, poi di 2° livello per avere i dischetti bonus di colore speciale (giallo e blu, non sono presenti sulle tessere che contengono rosso, verde e nero) e poi si cerca di ottenere le carte di 3° livello per fare punti (carte che necessitano sempre di dischetti gialli e blu). Vedo che al terzo livello ci sono solo carte con configurazioni nere e rosse, quindi dovrò puntare soprattutto su questi colori, poi ci sono tre carte che richiedono dischetti blu, e una quelli gialli, per cui anche qui la strada è tracciata. Il potere speciale (ogni plancia giocatore ne ha uno differente) che ho estratto è ottimo: mi permette (una volta “caricato”, coprendo una gemma presente sulla plancia) di scambiare una mia tessera con una qualunque dal tavolo. E le quattordici mosse a disposizione mi danno un’idea precisa di quante possibilità avrò per completare ogni obiettivo che voglio raggiungere.

Il Regno delle Sabbie

Concludo la partita con 32 punti, che la tabella pone a metà strada sulla scala delle vittorie (“Gran Maestro”, a tre punti dal livello successivo e a otto dal livello massimo). Non sono riuscito ad avanzare di livello (cosa che mi avrebbe permesso di occupare anche le caselle più scure sulla mia plancia) per cui sono stato un po’ limitato nelle scelte degli obiettivi, ma sono stato piuttosto regolare: sei obiettivi conseguiti di cui due di primo, due di secondo (che mi hanno dato i due dischi blu a disposizione) e due di terzo (che hanno dato nove punti vittoria a testa). Tutto sommato un gioco semplice, ma che permette di strutturare una strategia di massima, e sicuramente rapido: un quarto d’ora in totale per setup, partita, e de-setup. Promosso, ma non avrei disprezzato uno “strato” aggiuntivo di complessità.