“Ricochet Robots” di Alex Randolph (ABACUSSPIELE, Hans im Glück Verlag, Rio Grande Games, Z-Man Games, 1999): quasi più un puzzle che non un vero gioco da tavolo, è il titolo con la maggiore scalabilità fra tutti quelli disponibili sul mercato; infatti l’unico limite è la dimensione del tavolo, ovvero il numero di persone che sono in grado di vedere la plancia!

L’idea di base è, come molti giochi di Randolph, semplice ma geniale: trovare il percorso ottimo per far raggiungere un obiettivo ad una delle pedine sul tabellone, imponendo vincoli sul movimento delle stesse, ma permettendo di muovere e utilizzare le altre pedine come “sponda” per i movimenti. Ottimo come riempitivo, non teme l’abbandono o l’inserimento di nuovi giocatori durante la partita.

Una debolezza? Il gioco è davvero divertente se tutti i giocatori sono sullo stesso livello in termini di ragionamento spaziale e visualizzazione geometrica. Se alcuni (o peggio ancora, uno solo) dei partecipanti è superiore a tutti gli altri, il gioco deraglia rapidamente nella noia, nonostante il meccanismo di recupero della clessidra.