Nato grazie ad una campagna Kickstarter finanziata al 722%, Peak Oil (di Tobias Gohrbandt e Heiko Günther, edito dalla catalana 2Tomatoes) esplora possibili condotte delle multinazionali del petrolio nel periodo antecedente al picco estrattivo del greggio, in cui gli ultimi proventi devono essere investiti per la ricerca e la promozione di fonti energetiche alternative.
Peak Oil è un titolo per 2-5 giocatori, dai 10 anni, della durata di 45-75 minuti, basato su meccaniche di piazzamento lavoratori, collezione di set, manipolazione azionaria e sfida alla fortuna.
Il gioco è contenuto in una bassa scatola quadrata, di impronta leggermente inferiore a quella standard.
Al suo interno, trovano abbondante posto (anche a causa della totale assenza di inserti) i seguenti materiali:
– il tabellone,
– 11 tessere Rischio,
– 3 tessere Raffineria,
– 5 segnalini Sicurezza,
– 1 sacchetto di stoffa,
– 50 barili di legno (3 colori),
– 20 pedoni di legno (nei colori dei giocatori),
– 13 tessere per la variante “Crude“,
– 5 carte Quartier Generale,
– 7 carte Portafoglio Privato / aiuto di gioco,
– 18 carte Crisi PR (in 3 livelli),
– 35 carte Campo Petrolifero,
– 25 carte Start-Up,
– 15 carte Consulente (in 3 livelli),
– il regolamento.
I materiali di Peak Oil sono molto buoni, semplici ma funzionali: la cartotecnica è robusta, i componenti di legno funzionali. Le carte sono di formato standard americano, tagliate al vivo, con finitura telata e opaca. Interessante l’impostazione grafica, che utilizza chiari disegni stilizzati (ad opera delle stesso Heiko Günther) che conferiscono una certa originalità al progetto.
Impaginato in modo arioso, ricco di esempi e note il regolamento, che prevede anche una serie di varianti e modifiche (tipici stretch goal della campagna di finanziamento); l’ultima pagina contiene un utile riepilogo degli spazi azione e il flusso di gioco (con rimandi alla pagine del regolamento in cui l’argomento viene trattato per esteso).
Se questo unboxing è riuscito ad incuriosirvi e cercate qualche altra informazione su Peak Oil, potete leggerne una recensione su ILSA#49.