“Koryŏ” di Gun-Hee Kim (Asmodee, Moonster Game, 2013): sfruttando l’ambientazione più inflazionata del 2013 (lo steampunk, qui in chiave futuristica e fantapolitica), questo semplice filler che mescola meccaniche di scelta simultanea, maggioranze e abilità speciali, si presenta come diretto contendente del celebratissimo Love Letter, da cui si discosta per l’evoluzione narrativa della partita: ogni giocatore inizia con molte carte fra cui scegliere e deve costruirsi la sua plancia per cercare di guadagnare abilità (che sono ad esclusivo appannaggio del giocatore che controlla la maggioranza di ciascuna di 8 diverse “razze”, ognuna presente con cardinalità diversa nel mazzo di carte) e punti vittoria, ricordandosi  che presto le sue scelte si assottiglieranno (all’inizio di ogni turno i giocatori pescheranno una carta in meno rispetto a quelle pescate nel turno precedente).

Il continuo rinnovarsi delle mani di carte comporta un’assenza di strategia a lungo termine, e il ricorso a puri espedienti tattici: senza il supporto di alcune abilità le ultime mani sono in balia del caso. Il gioco risulta caotico (anche e non solo per effetto degli attacchi diretti portati dalle carte evento) e dipendente dal caso. Tuttavia, data la durata breve, risulta piacevole.

Il numero di scelte per partita è più o meno lo stesso di Love Letter, la durata un poco più contenuta, l’impianto narrativo risulta superiore. Di non facilissima reperibilità.