“Concept” di Gaëtan Beaujannot e Alain Rivollet (Repos Production, Asmodee, Asterion Press, 2013): partygame che collega parola scritta a immagini.

Vediamo in che cosa consiste: avete presente Dixit, vincitore dello Spiel des Jhares del 2010? Si tratta di un titolo in cui i giocatori cercano una frase che identifichi le sensazioni trasmesse da una immagine, che poi deve essere “riconosciuta” attraverso la definizione in mezzo ad altre immagini scelte dagli avversari, che sono contemporaneamnte concorrenti e “giurati”. Un gioco che richiede un’abile miscela di creatività, arte e inganno (l’immagine deve essere descritta in maniera sufficientemente imprecisa da riuscire a fuorviare il maggior numero di “giurati”, garantendosi però che almeno uno la identifichi correttamente).

Concept propone di effettuare l’operazione inversa. Ovvero quella di convertire frasi in immagini, ma senza fare affidamento sulle capacità figurative dei giocatori (sì, insomma, non è una variante del Pictionary). L’idea di base è semplice e geniale: utilizzare un sistema di icone universali e una serie di indicatori di colori diversi (ciascuno corredato da una manciata di cubetti dello stesso colore) che contemporaneamente ne evidenzino sia la connessione che il peso relativo. Un esempio banale: potremmo suggerire la parola latte indicando coi cubetti dello stesso colore le icone liquido, bianco e cibo. Uno un poco più complesso: “Ventimila leghe sotto i mari” potrebbe essere espressa attraverso due concetti: il primo che inquadra l’argomento di cui stiamo parlando (selezionando le icone titolo/marchio, libro e immaginario) e il secondo che invece suggerisce quale sia il titolo in questione (selezionando ad esempio le icone liquido, blu, marino, sotto, mettendo una manciata di cubetti su quest’ultimo, per suggerire l’idea di estrema profondità). Dopo un poco di esercizio, sorprende l’universalità del set di icone scelte, grazie anche alla formazione quasi spontanea di convenzioni di rappresentazione dell’informazione: un modo classico per indicare la nazionalità è, ad esempio, connettere l’icona bandiera con i colori del vessillo della nazione in questione.

Concept è un esercizio mentale interessantissimo, che insegna a praticare le nozioni fondamentali di decomposizone analitica tipica del metodo scientifico, nonché di formalizzazione delle analogie, rivelandosi uno strumento di formazione e intrattenimento che non ha eguali. Al punto che sarebbe auspicabile che ogni famiglia con figli in età scolare (dalle elementari alle superiori) ne avesse una copia in casa. Dove, purtroppo, Concept fallisce è proprio nel trasformare questa stimolante attività in un gioco. Le “regole” non sono sufficientemente strutturate (anzi, non lo sono per niente), il sistema di punteggio è grezzo, per niente sviluppato. Per stessa ammissione degli autori, questo aspetto è stato tralasciato perché diventa preponderante il “gusto di indovinare e far indovinare le parole agli altri”. Il che è perfettamente plausibile. Se non fosse che Concept ha mietuto premi attraverso l’intera Europa, vincendo L’As D’Or 2014 (Francia), finendo nel ristretto elenco dei finalisti dello Spiel des Jhares 2014 (Germania) e vedendosi attribuire il titolo di Spiel Hit mit Freunden 2014 (Austria). Premi normalmente assegnati per l’eccellenza nel gioco.

Per salutarvi (se avete una buona vista), vi invito a guardare l’immagine in testa all’articolo: quale frase cerca di veicolare?

[Ringraziamo Asterion Press  per la copia fornitaci per scrivere questo articolo]